Banda del vino stanata al Sud

Venerdì 19 Dicembre 2014
Quattro fotogrammi, due auto e un Dna. C'è voluto qualche mese, ma ai carabinieri di Sacile e Aviano sono bastati questi elementi per stanare una delle tante bande pugliesi specializzate nei furti in trasferta, ovvero al Nord. La "batteria" è quella che il 25 luglio del 2013 è riuscita violare i magazzini della "Piera Martellozzo Spa" di San Quirino e a caricare su tre autoarticolati con semirimorchio refrigerante ben 60 mila bottiglie di vino, soprattutto spumante. Un colpo da 300 mila euro, lievitato poi a 500 mila.
A distanza di un anno il pm Monica Carraturo ha chiuso le indagini: chiederà il rinvio a giudizio per sei persone. Tre sono indagate per furto aggravato, altre tre per ricettazione. Sei restano da identificare, ma potrebbe essere "manovalanza occasionale", come dicono gli uomini del capitano Pier Luigi Grosseto, utilizzata solamente per guidare i tir o poco più. Gerardo Papagni, 58 anni, di Cerignola, già arrestato due anni fa in Toscana per un colpo da 210 mila euro in Toscana, è indicato come la "mente" della banda. Biagio Raffaele (35), anche lui di Cerignola, avrebbe seguito tutte le fasi del furto, a cominciare dai sopralluoghi. Pasquale Di Benedetto (43) di Stornara sarebbe uno degli autisti. Le perquisizioni in Puglia hanno portato i carabinieri del Nucleo operativo e della stazione di Aviano a sequestrare un bilico intestato a una coop di autotrasportatori di Carapelle (Foggia), usato per il furto alla Martellozzo ma anche per la razzia di pesce congelato alla Laguna snc di Carlino (Udine), nell'ottobre 2013 (140 mila euro di danni). Il mezzo era in uso a Matteo Mastropietro (46), sempre di Cerignola. Di ricettazione dovranno rispondere Vincenzo Lapiccirella (42), il gestore di un bar di Cerignola a cui è stato trovato un container pieno di cartoni di vino della Martellozzo, dello stesso lotto dei cartoni rubati. Massimo Rossignuolo (29) ha una rivendita di bevande a Cerignola e anche lui aveva il vino prodotto a San Quirino in magazzino.
Il colpo era stato organizzato nei minimi particolari. La banda ha usato guanti per non lasciare impronte e nove schede telefoniche utilizzato soltanto quella sera per circa 5 ore. Gli investigatori, guidati dal luogotenente Giorgio Ferracin e dal comandante di Aviano, Luigi Ruzza, sono cominciato da un fotogramma: ore 00.36.18, quando il primo camion entra alla Martellozzo. Altri tre fotogrammi (dalle 3.26 alle 04.08) mostrano gli autoarticolati che si allontanano. Null'altro. Grazie ad altre videocamere della zona i carabinieri hanno ricostruito il percorso dei tir fino in Emilia Romagna individuato due auto staffetta: una Alfa 156 e una Ford S-Max color argento intestate a una società di Foggia. C'è poi un Dna, lasciato a uno dei ladri bevendo e mangiando ai distributori automatici di caffè della Martellozzo.
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