Avvocati, specializzarsi per combattere la crisi

Domenica 20 Aprile 2014
PORDENONE - (al.ge.) La grande crisi che negli ultimi anni si è abbattuta sul sistema-Italia ha colpito pesantemente anche il mondo delle professioni comprese quelle legali. Tuttavia, parola di Giancarlo Zannier, gli avvocati del pordenonese hanno «tenuto botta». Settantatré anni, avvocato dal 1966, Zannier è da otto anni Presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Pordenone, dopo esserne stato già consigliere negli anni '80.
Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom del numero di avvocati iscritti all'albo. È stato così anche per Pordenone?
«Sì. Su un totale di un milione di avvocati nell'Unione europea, circa 250mila esercitano in Italia. L'esplosione è avvenuta nei primi anni '90 e ha coinvolto anche Pordenone e provincia, dove siamo passati da 100 iscritti all'albo di una trentina di anni fa agli attuali 626, ai quali si sommano 127 praticanti, nuovi potenziali professionisti. L'incremento è stato determinato anche dall'accorpamento con il portogruarese».
Relativamente al capitolo previdenza, quali sono le funzioni della Cassa Forense?
«La Cassa è il nostro ente previdenziale e ha la funzione di erogare le pensioni agli avvocati. Inoltre supporta nei casi di maternità o di grave malattia, prevedendo un sostegno economico. Per questo l'Ente previdenziale deve garantire la sostenibilità del sistema anche con un reddito medio dell'avvocato diminuto nel corso degli ultimi anni. La nuova Legge professionale impone a tutti gli avvocati iscritti all'albo l'iscrizione alla Cassa Forense, con il versamento di un contributo fisso e, per coloro che superano i 10.300 euro annui, del 14% del reddito netto professionale. Sono costi che possono costituire un problema per chi si è appena affacciato alla professione. Nel pordenonese in futuro ci sarà ancora da soffrire, visto che il sistema economico della zona è in forte tensione: molte volte lavoriamo anticipando le spese e poi ci troviamo a dover fronteggiare ritardi, pagamenti dilazionati e addirittura il fallimento del cliente».
Esistono degli strumenti che potrebbero dare, in futuro, uno sbocco lavorativo per tanti avvocati ora in difficoltà?
«Gli avvocati devono specializzarsi, non ha più senso, al giorno d'oggi, che l'avvocato sia un tuttologo. Gli avvocati italiani tendono a fare cause. All'estero la maggioranza si concentra sulla consulenza e sull'attività stragiudiziale. Gli avvocati del triveneto sostengono un disegno di legge per la negoziazione assistita, ossia l'accordo tra le parti per risolvere una controversia: avrebbe la stessa efficacia di una sentenza e darebbe un enorme spazio di attività».
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