Archivio di Stato la sede "dimenticata"

Lunedì 25 Agosto 2014
PORDENONE - L'Archivio di Stato di Pordenone ancora in attesa di conferme per la nuova sede. A quasi venti mesi dal trasloco di gran parte dei duemila metri lineari di faldoni che contengono la storia di capoluogo e provincia da via Montereale, ancora non si ha alcuna certezza sul destino dell'Archivio. A inizio del 2014 si è conclusa la ricerca di mercato con la quale è stata individuata una nuova destinazione: il primo piano dell'edificio Punto Cardinale di piazzetta Costantini. Ipotesi sulla quale è arrivata anche l'autorizzazione del ministero per i Beni Culturali (a cui fa capo la Direzione generale Archivi) che ha giudicato idonei gli spazi.
A mancare però è ancora la conferma dell'Agenzia del Demanio che deve stabilire se il canone d'affitto sia congruo (l'analisi comprende una valutazione al dettaglio, per quantificare non solo il costo a metro quadro, ma anche la corrispondenza alla qualità costruttiva) ed eventualmente fare una controfferta al locatario. Se la contrattazione dovesse risolversi positivamente, la proprietà avrà sei mesi per adeguare gli spazi in modo tale da poter accogliere l'archivio.
Al momento cartoni e faldoni si trovano per circa un terzo nella sede attuale dell'Archivio (in via Montereale), un'altra parte è ospitata temporaneamente in un magazzino del Tribunale di Pordenone (in particolare il deposito relativo alle successioni), molto altro materiale (tra cui l'Archivio notarile, di particolare interesse per le indagini storiche) è stato trasferito nel nuovo edificio costruito a Mestre nato originariamente per accogliere gli Archivi di Venezia e di parte del Veneto.
Uno spazio di difficile accesso al pubblico (dove non è escluso possa essere trasferita temporaneamente parte dell'Archivio di Udine, anche quest'ultimo alle prese con alcune difficoltà logistiche). Nemmeno l'incerto futuro delle Province - e in particolare di quella della Destra Tagliamento - rappresenterebbe una minaccia perché se anche l'eliminazione delle Province mettesse in discussione l'esistenza di una sede provinciale dell'Archivio, ciò non toglie la necessità di uno spazio per depositare le centinaia di documenti che ciascun anno vengono prodotti: basti pensare agli archivi dei Tribunali che diventano pubblici dopo 70 anni dalla conclusione delle cause.
Valentina Silvestrini
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