Punti verdi intergenerazionali, dove alcune attività ricreative dei bambini si incrociano con la quotidianità degli anziani. È stato l'ultimo esperimento di Casa Colvera, la struttura ricettiva di Pordenone gestita dalla cooperativa Fai. I punti verdi, nati anche per rispondere alle esigenze di conciliazione lavoro-famiglia dei 400 operatori soci della coop, hanno avuto l'effetto di restituire importanza alla relazione tra bambino e anziano.
L'arrivo dei bambini ha rafforzato l'«abitare sociale», l'espressione che descrive un nuovo modello di convivenza per anziani del tutto sperimentale. A Pordenone Casa Colvera, struttura che nel 2013 si è aggiudicata il riconoscimento Reves Excellence Award quale esempio di social housing: accoglie 14 persone, in alcuni casi anche per un soggiorno temporaneo. «La nostra politica è posticipare il ricovero delle persone - spiega Michela Carlet, responsabile dei servizi territoriali della Fai - La Casa è una residenza, ma anche un centro diurno per anziani che continuano a vivere a casa propria e da Casa Colvera escono i nostri operatori che sul territorio svolgono alcuni servizi domiciliari». Ad esempio supporto per l'igiene personale o fornendo formazione e consulenza alle badanti.
Uno degli aspetti che più contraddistinguono la vita dell'anziano in una comunità alloggio piuttosto che in casa di ricovero «è che l'anziano mantiene le proprie abitudini e recupera il piacere e l'utilità di avere un ruolo attivo: c'è chi ha il compito di uscire per fare acquisti, chi fa da portiere, chi apparecchia i tavoli da pranzo». Quanto ai costi si aggirano sui 1.400 euro al mese per una camera singola, non esistono contributi per l'abbattimento delle rette che la Regione prevede per i non autosufficienti. La cooperativa Fai gestisce oltre una ventina tra centri diurni, residenziali e servizi domiciliari specializzati nell'accoglienza e servizio a disabili, persone con disagio mentale anziani: da Majano e Codroipo, a Pieve di Soligo, Sarmede, Cordignano e Orsago (Treviso) passando per Sacile, Polcenigo, Porcia, Montereale Valcellina.
© riproduzione riservata
L'arrivo dei bambini ha rafforzato l'«abitare sociale», l'espressione che descrive un nuovo modello di convivenza per anziani del tutto sperimentale. A Pordenone Casa Colvera, struttura che nel 2013 si è aggiudicata il riconoscimento Reves Excellence Award quale esempio di social housing: accoglie 14 persone, in alcuni casi anche per un soggiorno temporaneo. «La nostra politica è posticipare il ricovero delle persone - spiega Michela Carlet, responsabile dei servizi territoriali della Fai - La Casa è una residenza, ma anche un centro diurno per anziani che continuano a vivere a casa propria e da Casa Colvera escono i nostri operatori che sul territorio svolgono alcuni servizi domiciliari». Ad esempio supporto per l'igiene personale o fornendo formazione e consulenza alle badanti.
Uno degli aspetti che più contraddistinguono la vita dell'anziano in una comunità alloggio piuttosto che in casa di ricovero «è che l'anziano mantiene le proprie abitudini e recupera il piacere e l'utilità di avere un ruolo attivo: c'è chi ha il compito di uscire per fare acquisti, chi fa da portiere, chi apparecchia i tavoli da pranzo». Quanto ai costi si aggirano sui 1.400 euro al mese per una camera singola, non esistono contributi per l'abbattimento delle rette che la Regione prevede per i non autosufficienti. La cooperativa Fai gestisce oltre una ventina tra centri diurni, residenziali e servizi domiciliari specializzati nell'accoglienza e servizio a disabili, persone con disagio mentale anziani: da Majano e Codroipo, a Pieve di Soligo, Sarmede, Cordignano e Orsago (Treviso) passando per Sacile, Polcenigo, Porcia, Montereale Valcellina.
© riproduzione riservata
