«La scuola salverà l'autonomia»

Lunedì 14 Dicembre 2015
Il Friuli Venezia Giulia acquisisca competenza primaria sulla scuola, dal nido alle superiori. Per intanto. Ovviamente chiedendo allo Stato il trasferimento delle risorse che ora investe qui, pari a 681,24 milioni nel 2013 - per la porzione di scuola considerata -, in calo rispetto al 2011, quando i milioni erano stati 685, come riportato dalla Banca dati dei conti pubblici territoriali.
L'appello è giunto ieri sera da un luogo scelto per nulla a caso: il Ridotto del Teatro Pasolini di Casarsa, la patria d'elezione di Pier Paolo Pasolini, uomo di scuola, precursore dell'autonomia, eppure un eretico da vivo anche nella sua terra. Simbolici il luogo e non casuale il proponente cioè il Patto per l'autonomia, l'associazione che ha debuttato nei mesi scorsi con il pieno appoggio dell'ex presidente della Regione Sergio Cecotti e per l'impegno di un gruppo nutrito di sindaci giovani e politicamente bipartisan, «collettori» di istanze che giungono dal territorio, dal basso.
Obiettivo, ha affermato uno di loro, il sindaco di Bertiolo Marco, è «dare alla nostra scuola, già di qualità, ulteriori strumenti per rafforzarsi, a partire dalle nostre radici in un'ottica sempre più inclusiva ed europea». L'idea è dare contenuti alla specialità perché, «oltre a declamarla, bisogna declinarla», ha sostenuto Bruno Forte, pedagogista, già alla guida dell'Ufficio scolastico regionale. Suo l'intervento chiave a sostegno della proposta lanciata a tutte le forze politiche e alla Regione.
«Dalla specialità giocata sul piano geopolitico ora è il tempo della specialità sostenuta dalla particolarità dei territori e qui le lingue sono un fatto culturale, politico ed economico fondamentale - ha affermato -. La pluralità di questa regione si fonda sul plurilinguismo. La pluralità è una dimensione costitutiva della complessità, che nella lingua trova la sintesi».
Perciò la posizione e il ruolo della scuola «è fondamentale», ha aggiunto Forte che, da dirigente scolastico Fvg, ha reso statale la scuola bilingue di San Pietro al Natisone. «Uno dei due modelli di scuola regionale che abbiamo già, insieme a quelle con l'insegnamento dello sloveno a Trieste e Gorizia, come da Memorandum di Londra», ha ricordato.
A ragionare su questa prospettiva sono stati chiamati il consigliere regionale Pd Franco Codega, il responsabile federale istruzione per la Lega Mario Pittoni. Presenti anche l'attuale responsabile dell'Ufficio scolastico regionale Pietro Biasiol, il sindaco di Casarsa Lavinia Chiarotto e, voce delle famiglie, Marino Marchesin. «Sarà doveroso l'approfondimento della questione in termini tecnici e finanziari - ha chiosato Battistuta -, ma bisogna cominciare ad affrontare la questione nel merito». Intanto, ha tornato a denunciare ieri la Cisl, i precari della scuola «da settembre non ricevono la retribuzione», poiché «da settembre tutto viene concentrato al Ministero. Altro che autonomia. Una situazione vergognosa».
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