A4, firma pronta a Bruxelles

Sabato 4 Luglio 2015
TRIESTE - Sull'agenda del Governo l'ipotesi di data è già scritta: il 16 luglio. Quel giorno a Bruxelles le firme di Graziano Del Rio, ministro delle infrastrutture del Governo Renzi, e di Margrethe Vestager, la danese commissaria europea alla concorrenza, sono attesi a suggellare l'accordo per il rinnovo delle concessioni ad Autovie Venete e Autobrennero quali soggetti a controllo pubblico.
Secondo le ultime fasi del confronto tecnico, non sarà una concessione senza scadenza, ma con un termine di lungo respiro: si sta valutando una durata fino al 2040, il 2041 o giù di lì. Resta peraltro l'opposizione (formalmente non vincolante) dell'Autorità nazionale dei trasporti, presieduta da Andrea Camanzi: vorrebbe normali gare per tutti i gestori autostradali.
In questi giorni si costruiscono i passaggi per approdare alla firma istituzionale dei vertici. Frammezzato a riunioni operative previste a livello governativo italiano e un summit tecnico che ci si aspetta definitivo a Bruxelles nei prossimi giorni con la Direzione generale per la concorrenza, è in calendario anche un confronto delle due concessionarie candidate al servizio in house con il sottosegretario Gianclaudio Bressa (Ministero degli Affari regionali) allo scopo di definire i testi dei decreti legislativi che il Governo dovrà approvare in attuazione agli statuti di autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige. Tali decreti, condivisi con Trieste, Trento e Bolzano, disporranno l'affidamento delle due concessioni in ballo dal Governo alle società a controllo regionale, disciplinando le regole da seguire.
Qui si aprono molteplici prospettive inedite. È proprio indispensabile, come si è detto finora, che Autovie sia posta in liquidazione per far uscire di scena i soci privati e dar vita a una Newco al 100% pubblica? Si stanno valutando entrambe le ipotesi: quella liquidatoria comporterebbe l'esborso del prezzo delle azioni, che i calcoli fin qui realizzati sulla scorta del patrimonio societario quantificano in circa 40 milioni di euro, salvo l'esercizio del rialzo di prezzo da parte dei privati.
La seconda possibilità è invece di lasciare in vita Autovie Venete, trasformando le quote azionarie dei privati in obbligazioni di valore equivalente, fatta salva la possibilità di un rientro come soci in una fase successiva al rilascio della nuova concessione.
Su questo delicato fronte e su quello, non meno dirimente, del credito per finanziare il completamento della terza corsia A4 è in preparazione un vertice con le banche coordinato da Unicredit, al quale sono chiamate a partecipare Intesa Sanpaolo e Bnl. In gioco anche la linea di credito agevolato resa disponibile da Bei, la Banca europea degli investimenti.
In ogni caso resterà al suo posto il secondo azionista di Autovie, la Regione Veneto (4,5%), non soltanto perché la rete di Autovie è in larga misura su terra veneta, ma anche perché la partita delle aggregazioni vede nell'asse Trieste-Venezia il tratto politico di maggiore evidenza. Ma Autovie dovrà affrancarsi dal controllo di Friulia e andare direttamente nel grembo di Mamma Regione per via del necessario controllo analogo dei conti? Al momento la risposta rimane affermativa, ma su banche e Friulia i ragionamenti della Regione sonofluidi. E la questione di Autovie potrebbe fornire a Debora Serracchiani l'assist per una partita di più estesa portata.

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