«Una caccia all'immigrato»

Domenica 24 Maggio 2015
«Una caccia all'immigrato»
Con un post pubblicato su Facebook, il leader leghista Matteo Salvini ha attaccato la decisione di trasferire 38 profughi dall'ex caserma Cavarzerani nel capoluogo friulano al complesso di Villa Lovaria di Pavia di Udine, "trasloco" che dovrebbe avvenire tra oggi e domani, ma è in corso una battaglia legale (vedi altro articolo) per bloccare lo spostamento. «In provincia di Udine 38 immigrati verranno alloggiati nella corte d'onore di Villa Lovaria (per la verità, non si sa dove di preciso saranno accolti ndr), dimora storica protetta dalle Belle Arti», «alla faccia degli italiani in difficoltà», si legge nel post, che ieri sera aveva superato i 20mila "like" e le 5mila condivisioni. In chiusura, un invito a telefonare alla Prefettura di Udine, «se volete unirvi anche voi al lussuoso soggiorno». La scelta di trasferire lì i migranti è frutto di «un accordo fra un privato e la Prefettura - aveva ricordato nei giorni scorsi l'assessore regionale Gianni Torrenti - dopo l'esplosione del "caso" di Villa Lovaria -. I profughi sono persone: se vanno in un albergo, possono andare anche in una villa».
Intanto, ieri, dopo la partenza dei 210 migranti da Udine, grazie all'operazione avviata dal Governo dopo la richiesta della Regione, ieri ne sono stati rintracciati nel Tarvisiano - fra Polizia e Carabinieri - altri 74 oltre ai 12 del giorno prima. E, si sa, «tutti quelli che arrivano a Tarvisio li mandano a Udine», si prepara il sindaco Furio Honsell. Tanto che il consigliere regionale Riccardo Riccardi ha chiesto di convocare l'assemblea dei capigruppo proprio per ascoltare Honsell, oltre al suo collega di Gorizia sulle «criticità» che stanno affrontando. Dopo la partenza dei 210, comunque, all'ex caserma venerdì sera se ne contavano 48, ricorda l'assessore Antonella Nonino. «Finalmente la tendopoli è più libera, anche se resta il timore che si ripresenti la situazione di prima», con migranti costretti a bivaccare nei parchi. Le volontarie di "Ospiti in arrivo", però, criticano con forza com'è stata gestita l'operazione-trasferimento, soprattutto per la fase di rintraccio dei migranti dispersi in città. «Ho assistito a scene allucinanti - denuncia Laura Garbelotto - di gente che non voleva restare in Italia ed è dovuta salire sul pullman. Sembrava la caccia al profugo. In pochi minuti molti hanno dovuto decidere della loro vita. Se avessimo saputo che sarebbe andata così non ci saremmo mai prestati ad aiutare a fare i "segugi"». «Non ci occuperemo mai più di una cosa del genere, non fa parte dei nostri principi», le fa eco Angela Lovat. Ma l'assessore Antonella Nonino è ferma: «È arrivata la disponibilità immediata al trasferimento, abbiamo cercato di adempiere il prima possibile nel modo migliore. Altrimenti i volontari si tenevano 140 persone fuori per altri due mesi. Ovvio che l'ideale sarebbe stato avere 2-3 giorni per prepararsi, ma si era aperta la possibilità. Ringrazio la Questura, la Caritas, il Centro solidarietà giovani e tutti i volontari che ci hanno aiutato a identificare i luoghi dove trovare le persone».
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