«Sarebbe stato un errore fermarsi per il dramma»

Venerdì 24 Ottobre 2014
PORDENONE - (v.s.) Irma Casula e Elena Ceolin, aggiudicatarie del bando di gestione del Caffè Letterario non nascondono la loto felicità davanti alla macchina fotografica per l'assegnazione del locale. «Sapevamo che avevamo fatto una buona offerta economica (un rialzo del 146% del canone di affitto sulla base di 7.800 euro proposti dal Comune, ndr), ma ci aspettavamo offerte maggiori dagli altri concorrenti» commentano tra i complimenti degli altri concorrenti e gli auguri di buon lavoro.
Oltre alle incombenze economiche, dovrete affrontare anche il difficile compito di ereditare un luogo creato e valorizzato da Giovanni Scrizzi, la cui morte ha lasciato profonda amarezza all'interno della comunità...
«Non sarà facile. In questo momento il nostro pensiero va a lui, di cui in questo momento si percepisce in modo molto forte la mancanza. Cercheremo di seguire il suo esempio, senza "calpestare" quello che ha creato, cercando di portarlo avanti anche se in maniera diversa, e chiedendo alla città un aiuto affinché il Caffè Letterario diventi un centro vivo e non un sacrario alla memoria. Spero che i nostri sforzi vengano percepiti».
Dopo la morte di Scrizzi, le polemiche sul bando e sull'inammissibilità della candidatura dell'ex gestore, avete mai pensato di ritirarvi dalla gara?
«L'abbiamo pensato, ma sarebbe stato un insulto a Scrizzi, perché avrebbe reso il suo gesto ancora più tragico e doloroso. Mollare sarebbe stato un atto senza senso. Durante la gara, dopo aver consegnato la proposta, ci eravamo confrontate anche con Scrizzi, aveva condiviso con noi le difficoltà di questo bar. Ci aveva confidato quali fossero i problemi e le criticità, il fatto che questa area della città sia sempre meno viva, e che lo stesso Convento si stia svuotando».
Ci potete anticipare qualcosa delle proposte culturali che avete progettato?
«Molto spazio ai giovani così come la collaborazione con realtà e associazioni del territorio, cose richieste dal bando. Vorremmo proporre molte iniziative, dalla fotografia, ai concerti, agli incontri, e molte attività per i bambini, recuperando anche aspetti legati alla tradizione. Lavorare in sinergia col territorio, ad esempio con gli anziani che gravitano su quest'area, e non solo con le aziende dell'enogastronomia locale».
Non temete che la vostra gestione possa essere associata a un posizionamento politico?
«Faremo tutti gli sforzi per sfatare questo pensiero. Vogliamo che sia il Caffè Letterario di tutti, per questo abbiamo coinvolto partner molto variegati. Vorremmo fare qualcosa di bello per la città».
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