«Pronti lavori utili a metà dei profughi»

Sabato 3 Ottobre 2015
Il Friuli Venezia Giulia sta accogliendo 2.700 (più del 2,19% della popolazione regionale prevista dalle indicazioni statali) fra richiedenti asilo e protezione internazionale.
Di questi, a breve oltre la metà sarà coinvolta in progetti di lavoro e integrazione: ben 1.630, con la partecipazione attuale di 45 Comuni destinati a diventare un centinaio entro la fine di novembre tra gli enti locali che ospitano sul loro territorio queste persone e quelli in cui si concretizzano le opportunità di lavoro.
La fotografia aggiornata, «e senza correzioni», è stata fornita ieri dalla presidente della Regione Debora Serracchiani, insieme all'assessore regionale all'Immigrazione Gianni Torrenti e ai quattro prefetti e questori attivi in regione.
Uno spiegamento di rappresentanze istituzionali per dire che «il coordinamento a livello regionale, presieduto dal commissario di Governo e prefetti dei Comuni capoluogo pone il Friuli Venezia Giulia come un modello a livello nazionale e sta funzionando», ha affermato Serracchiani, ringraziando anche il terzo settore per l'importante sostegno.
Occasione contingente per fare il punto, la delibera approvata dalla Giunta, su proposta dell'assessore Torrenti, con la quale la Regione ha stanziato giovedì 481mila 944 euro per 30 progetti d'integrazione (per 23 Comuni capofila e 7 Comuni partner) che coinvolgeranno 1.185 persone. Questi si aggiungono ad altri 302mila euro stanziati tra il 2014 e il 2015 per progetti destinati a 20 Comuni e, attraverso loro, a 445 immigrati.
«Facciamo lavorare il 50% delle persone presenti qui a fronte di una richiesta del Governo di circa il 10%», ha aggiunto Serracchiani, mettendo anche in chiaro che «non è stato tolto ai cittadini della regione nemmeno un posto di lavoro né un euro». Per i lavori socialmente utili, anzi, «abbiamo investito 4 milioni ed stata scorsa tutta la graduatoria dei richiedenti».
Gli ospitati sono impiegati in attività che «non verrebbero garantite in alcun altro modo». Quanto alla capacità di affrontare eventuali altri nuovi flussi - anche se «non ci sono avvisaglie di arrivi» -«siamo pronti ad affrontare qualsiasi emergenza - ha assicurato la presidente -. Abbiamo già individuato gli spazi e abbiamo già raccolto il via libera del Ministero per un'eventuale aumento delle forze sul nostro territorio».
Sul fronte sicurezza la prefetto di Trieste e commissario di Governo Francesca Adelaide Garufi ha affermato che «l'eventuale percezione di insicurezza non poggia su dati oggettivi. I reati predatori non solo non sono aumentati, ma anzi sono diminuiti in tutte le province nel primo semestre del 2015 in rapporto al 2014 e anche al 2015».
Critica su tutta la linea, però, la consigliera regionale della Lega, Barbara Zilli. «Si dice che per ora non c'è emergenza - ha detto - però in nove mesi la Regione ha impiegato quasi un milione di euro, con un dispiego di forze non indifferente».
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