«Portare i migranti richiede cambio di destinazione»

Sabato 30 Maggio 2015
PAVIA DI UDINE - Dare ospitalità a villa Lovaria ai 38 profughi che avrebbero dovuto essere trasferiti nella storica dimora di Pavia di Udine comporterebbe un cambio di destinazione d'uso. Da quello residenziale a una struttura di accoglienza. E per fare un cambio di destinazione d'uso in un bene vincolato com'è la villa serve, per legge, un'istruttoria della Soprintendenza, chiamata a pronunciarsi a seguito di un'istanza del titolare del bene. La procedura può durare 120 giorni. Sarebbe sostanzialmente quanto ha spiegato ieri in Procura a Udine la responsabile di zona della Soprintendenza per i beni storici e artistici del Friuli Venezia Giulia, ascoltata come persona informata sui fatti dal pubblico ministero Viviana Del Tedesco, titolare del fascicolo aperto sul caso dopo l'esposto presentato dall'avvocato Maurizio Miculan per conto degli eredi del conte Lovaria. Tutto come da copione, insomma.
La Soprintendente è rimasta a colloquio con il pm, dopo i contatti già intercorsi nei giorni scorsi con la Procura che aveva preso contatti con l'ufficio chiedendo una sorta di «parere» sul caso. Un parere formale potrebbe arrivare solo dopo un'attenta analisi di tutte le carte, ma nella stanza del palazzo di via Lovaria la soprintendenza ha di fatto ribadito un concetto che era già stato preannunciato nei giorni scorsi. Per ora dunque la situazione resta «congelata».
e.v.

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