«Illegali sia prefetto che sindaco»

Venerdì 22 Maggio 2015
TRIESTE - Sui matrimoni fra omosessuali hanno torto tutti quanti: parola del Tribunale amministrativo regionale. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano non aveva il potere di ordinare di cancellare dal registro anagrafico di Udine il matrimonio fra la friulana Adele Palmeri e la sudafricana Ingrid Owens celebrato in Belgio. A maggior ragione il prefetto udinese Provvidenza Raimondo, sprovvisto di una forma di potere sostitutivo giuridicamente esercitabile, non poteva provvedere alla rimozione dell'atto attivando all'uopo un incaricato in Comune, poiché ogni rettifica anagrafica spetta in via esclusiva al Tribunale ordinario su sollecitazione del Pubblico ministero in sede di volontaria giurisdizione.
Tuttavia trascrivere in Italia un matrimonio fra persone del medesimo sesso, come ha fatto il sindaco Furio Honsell, è in ogni caso illegale poiché non è previsto dall'ordinamento nazionale, come del resto sancito dalla Corte costituzionale (sentenza 138 del 2010). Il solo Parlamento, quindi né un ministro né un prefetto né un sindaco, può intervenire con legge modificando l'attuale condizione giuridica nazionale.
Sulla base di tali valutazioni il Tar ha depositato ieri di buon mattino l'attesa sentenza in merito al ricorso presentato dalle due donne contro l'intervento prefettizio all'anagrafe. Il provvedimento, articolato in una lunga e complessa sentenza scritta personalmente dal presidente del Tar, Umberto Zuballi, estromette fra l'altro il Comune di Udine dal giudizio, trattandosi della tutela di un interesse legittimo di Adele Palmeri, la parte ricorrente, che non invade la sfera delle competenze municipali. Di interesse legittimo - occorre chiarirlo - si tratta in questo contenzioso amministrativo e non di diritto soggettivo, la cui tutela è attivabile innanzi al giudice ordinario: infatti il ricorso al Tar mirava all'inefficacia della cancellazione, non alla legittimità della trascrizione delle nozze.
I giudici hanno annullato la parte "sanzionatoria" della circolare Alfano, come pure il decreto prefettizio di cancellazione del 27 ottobre 2014 e il conseguente processo verbale del viceprefetto, datato due giorni dopo, incaricato materialmente di provvedere a rimuovere le nozze omosessuali dai registri municipali. Merita annotare che lo Stato (Ministero dell'Interno o la sua articolazione periferica della Prefettura) ha il potere - riconosciuto pienamente dal Tar nella sentenza - di sollecitare il Pubblico ministero ad attivare una misura del Tribunale per cancellare l'atto considerato illegittimo.
Al proposito, non a caso, la sentenza del Tribunale amministrativo annota che dopo aver ricevuto un esposto contro l'atto dio trascrizione deciso dal sindaco Honsell, la Procura del capoluogo friulano ha chiesto ancora il 25 novembre l'archiviazione degli atti, con una motivazione del tutto coerente rispetto alle conclusioni alle quali ora approda il Tar: si afferma di sentire «il dovere di esaminare l'intera materia, per cui l'incarto merita adesso di trovare adeguata e più consona delibazione in sede di cosiddetta volontaria giurisdizione».
Il caso, pertanto, non è affatto chiuso: la parola dal Tribunale amministrativo di Trieste a quello ordinario di Udine.
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