PORDENONE - Non è più una garanzia di ottenere tempi veloci per una visita specialistica neppure una prescrizione "urgente". Almeno a sentire il racconto di una donna di 41 anni che ieri pomeriggio si è recata all'ospedale di Pordenone in reparto dopo essere stata inviata direttamente dal pronto soccorso di Sacile dove era stata visitata in mattinata. «L'infermiera che aveva contattato a casa il medico che era reperibile - racconta l'interessata - mi ha detto che lo specialista non riteneva necessario tornare in ospedale e che domani mattina (oggi per chi legge ndr.) visto che era di servizio a Sacile mi avrebbe visitato in quel presidio ospedaliero. Non solo. Si è anche raccomandato che arrivassi prima delle 11. È stato del tutto inutile ribadire che avevo una prescrizione urgente e che il medico, così mi era stato detto, era reperibile. Non c'è stato nulla da fare. Me ne sono tornata a casa». La donna, però, ha deciso di fare una segnalazione all'ospedale affinchè venga valutato l'operato del professionista e ha chiamato Il Gazzettino di Pordenone.
«Ieri mattina - racconta - sono caduta in casa. Ho preso una botta al volto, molto forte, così ho deciso di andare al pronto soccorso di Sacile che era il più vicino. Sono uscita dal Pronto soccorso alle 13.30, dopo che mi era stata fatta una lastra. La diagnosi, scritta nell'impegnativa, era lussazione chiusa della mandibola. Il medico mi ha prescritto una visita urgente a Pordenone. Ho fatto notare - va avanti la donna - che avevo dei problemi di deambulazione e un appuntamento, sempre medico, nel primo pomeriggio e che non sarei riuscita ad arrivare a Pordenone prima delle 16.30. Mi è stato detto che non ci sarebbero stati problemi perchè comunque c'era un medico reperibile».
Il racconto va avanti. «Alle 16.30 sono arrivata in reparto - spiega la donna - e ho mostrato all'infermiera l'impegnativa con la scritta urgente. È stata lei a farmi presente che il medico aveva lasciato il servizio alle 16 ed era andato a casa, ma che era comunque reperibile sino alle 18. Mi ha anche detto che - vista la richiesta di visita urgente - lo avrebbe chiamato al telefono». Ma - a sentire la donna - lo specialista non è mai rientrato in reparto. «L'infermiera, credo dopo due o tre telefonate, mi ha riferito che il medico mi avrebbe visitata il giorno successivo a Sacile. È stato inutile farle presente che aveva una priorità alta e che mi aveva inviato direttamente il pronto soccorso».
ldf
© riproduzione riservata
«Ieri mattina - racconta - sono caduta in casa. Ho preso una botta al volto, molto forte, così ho deciso di andare al pronto soccorso di Sacile che era il più vicino. Sono uscita dal Pronto soccorso alle 13.30, dopo che mi era stata fatta una lastra. La diagnosi, scritta nell'impegnativa, era lussazione chiusa della mandibola. Il medico mi ha prescritto una visita urgente a Pordenone. Ho fatto notare - va avanti la donna - che avevo dei problemi di deambulazione e un appuntamento, sempre medico, nel primo pomeriggio e che non sarei riuscita ad arrivare a Pordenone prima delle 16.30. Mi è stato detto che non ci sarebbero stati problemi perchè comunque c'era un medico reperibile».
Il racconto va avanti. «Alle 16.30 sono arrivata in reparto - spiega la donna - e ho mostrato all'infermiera l'impegnativa con la scritta urgente. È stata lei a farmi presente che il medico aveva lasciato il servizio alle 16 ed era andato a casa, ma che era comunque reperibile sino alle 18. Mi ha anche detto che - vista la richiesta di visita urgente - lo avrebbe chiamato al telefono». Ma - a sentire la donna - lo specialista non è mai rientrato in reparto. «L'infermiera, credo dopo due o tre telefonate, mi ha riferito che il medico mi avrebbe visitata il giorno successivo a Sacile. È stato inutile farle presente che aveva una priorità alta e che mi aveva inviato direttamente il pronto soccorso».
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