Zaia: «Le Usl e l'ospedale rispettano i tempi d'attesa»

Martedì 27 Gennaio 2015
Prima notizia. Sulle liste d'attesa la sanità padovana è promossa. L'ospedale cittadino e le due Usl, la 15 dell'alta padovana e la 16 di Padova città rispettano i parametri di risposta con una media che sfiora il 90 per cento di rispetto dei tempi previsti dalla legge. Questo escludendo le prestazioni urgenti, erogate come dovuto al massimo entro 72 ore nel 100 per cento dei casi.
Parola del presidente della Regione che ieri ha diramato dopo un incontro con i direttori generali di tutto il Veneto, fatto allo Iov, una serie di grafici a supporto. La Regione ha preso in esame 14 tipi di visite (dalla cardiologica alla ginecologica, dall'oculistica alla pneumologica) e 30 degli esami diagnostici più richiesti (elettrocardiogrammi, colonscopie, tac, rmn, mammografie) e ha fatto i conti. Ebbene risulta che negli ultimi tre anni le nostre strutture hanno migliorato la performance, piazzandosi nell'area di eccellenza sia per quanto riguarda le prestazioni urgenti, quelle brevi (che si fanno entro 10 giorni) le differibili (entro 30 o 60 giorni) e le programmate (entro 180 giorni).
Ma non basta. Ieri Zaia ha chiesto con veeemenza più risultati per mantenere il carattere di eccellenza della sanità anche perché, non sapendo se sarà riconfermato o meno non vuole, ha detto, «lasciare pozzi avvelenati».
In questo senso va letto il: «Mi aspetto da voi lo strappo dell'ultimo miglio». Tradotto significa: «Se una macchina funziona al 70 per cento bisogna farla lavorare il 100 per cento. Se un ambulatorio può funzionare un'ora più di adesso deve farlo; se occorrono risorse aggiuntive le cercheremo, anche se i tagli di Renzi rendono l'impresa ai limiti dell'impossibile».
Ma c'è un aspetto collaterale che Zaia ha messo in evidenza. Ovvero procedere senza indecisioni verso l'"umanizzazione" del rapporto con i pazienti. «I pronto soccorso devono essere più celeri nella presa in carico». E gli Uffici relazioni con il pubblico devono funzionare veramente, insomma risolvere il problema perché se poi la gente scrive mail al presidente della Regione non funziona». La Regione sta addirittura pensando di creare un ente terzo dipendente dalla segreteria generale della sanità. «Altra attenzione va posta ai Centri unici di prenotazione che non devono limitarsi a consegnare una data all'utente ma porre anche attenzione a situazioni limite che possono presentarsi, sospendendo la procedura se la risposta del computer appare anomala, verificandone le cause e poi ricontattando il paziente a domicilio.
«Mi rendo conto – ha aggiunto Zaia – che il rapporto con una persona malata non è facile, ma chi sta male ha diritto anche ad avere un sorriso, una spiegazione, un comportamento il più garbato possibile. Si chiama umanizzazione e ci tengo moltissimo». Anche questa va letta in filigrana e vuole dire che se c'è qualcuno che non sorride glielo si può insegnare, o spostarlo. Ad ascoltare Zaia c'era anche il consigliere regionale del Pd Claudio Sinigaglia. Il suo commento: «Balle, si ascoltino le proteste della gente».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci