Un "uovo" da Malaga poi il vagito di Eva, prima bimba eterologa

Mercoledì 14 Ottobre 2015
Una donatrice spagnola, un volo aereo che nove mesi fa decolla da Malaga e atterra a Venezia, un contenitore con dentro ovociti mantenuti in azolo liquido a meno 188 gradi. Poi l'arrivo a Padova, al centro Biotech Pma. E l'inizio di una nuova vita, grazie alla procreazione medicalmente assistita.
La prima fecondazione eterologa avvenuta in Veneto dopo che la legge, lo scorso anno, si era espressa favorevolmente, ha dato un esito meraviglioso: ieri in Azienda ospedaliera è venuta al mondo Eva, la chiameremo così, la "baby 0", frutto di ovodonazione.
Mamma è papà sono due ultraquarantenni che vivono in città e, grazie all'evoluzione legislativa, non hanno dovuto fare un viaggio della speranza all'estero, dove l'eterologa è consentita da anni; la loro speranza è nata e ha preso forma qui.
Eva è la primogenita e curiosamente ha tratti somatici simili a quelli della madre, anche se geneticamente non è stata lei a darle l'"imprinting" ma, appunto, un'anonima donna iberica.
Questo perchè le cellule uovo donate devono avere in comune con l'aspirante madre non solo il gruppo sanguigno ma il fenotipo, cioè caratteristiche fisiche compatibili.
Il trasferimento in utero è avvenuto a fine gennaio, a marzo la prima ecografia evidenzia un embrione di 7 millimetri con il suo cuoricino pulsante. Ai controlli la gravidanza è risultata, come si suol dire, regolarmente evolutiva.
La fecondazione eterologa è una forma di procreazione medicalmente assistita in cui il seme maschile, o l'ovulo femminile, non appartiene a uno dei genitori ma a un donatore, appunto, esterno alla coppia.
Era rigorosamente vietata in Italia, ma nel giugno 2014 lo scenario è radicalmente cambiato grazie a una sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto «il diritto incoercibile delle coppie ad avere figli», dando di fatto il via libera alla pratica.
I medici indicano il ricorso alla eterologa nei casi in cui venga riscontrata l'infertilità assoluta di uno dei due partner o quando la procreazione naturale è considerata estremamente remota. Stando a quanto stabilito dalla legge, non vi deve essere alcun legame giuridico fra i beneficiari e il donatore e la donatrice, i quali non possono avanzare alcun diritto sul figlio.
Un percorso chiaro e lineare, tuttavia, in Italia ancora di ardua attuazione. Nell'attesa di note esplicative riguardo la nuova regolamentazione, restano ancora numerosi i quesiti, uno su tutti: i donatori potranno essere retribuiti?
Per questo i centri privati sono molto più avanti del pubblico, dove l'eterologa stenta a decollare a causa di lacune normative, organizzative e freni socio-culturali. Insomma il sistema sanitario nazionale soffre la mancanza di una legge che disciplini le donazioni, fissandone chiaramente i costi.
Gli ovociti, cioè le cellule femminili utili per poter mettere in pratica le metodiche di fecondazione in provetta, arrivati dalla Spagna, consentiranno ora ad altre coppie in lista d'attesa a Padova di trasformare in realtà il sogno di maternità e paternità.
Al centro Biotech, struttura privata di via Martiri della Libertà, non ci si limita alla nascita di Eva: ci sono altre cinque gravidanze da ovodonazione in corso, di cui una gemellare, in coppie provenienti da Veneto, Lombardia e Puglia. E tre bebè sono in arrivo da eterologa maschile.

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