Tre ghanesi rientrati a casa con le tasche piene

Venerdì 29 Agosto 2014
(L.I.) Saranno i primi a dover fare i conti con la giustizia italiana. Sempre che si riesca nel frattempo a rintracciarli. In tutti e tre i casi che approderanno il prossimo 6 novembre davanti al giudice dell'udienza preliminare Domenica Gambardella non figura traccia delle società fantasma che avrebbero teoricamente dovuto sostenere attività di commercio ambulante di prodotti di pelletteria. In due casi figura l'acquisto di un bagno schiuma. Richard Antwi, quarantanovenne ghanese con residenza a Tombolo, aveva chiuso la partita Iva appena tre giorni dopo l'erogazione dell'indennità di mobilità da parte dell'Inps. Ha lavorato come operaio ma è stato licenziato a fine 2012. Ora si troverebbe nel villaggio ashanti di Jamasi, in Ghana, che aveva lasciato nel 1991. Stesso destino per il connazionale Oscar Owosu, ex operaio di un'azienda di Galliera Veneta, che ha potuto fare ritorno tra le foreste con 28mila euro sborsati dall'Inps. Youssef Mohamed, marocchino, ha invece fatto ritorno in patria con i 18mila euro che dovevano versare all'apertura di un kebab. A riprova del fatto che la domanda di anticipazione del denaro era finalizzata unicamente a raggirare l'istituto previdenziale. E a far rientro in patria dove, con una somma simile, si può vivere da nababbi. I tre stranieri risultano tutti irreperibili.

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