Traffico di virus: bufera sull'Istituto zooprofilattico

Venerdì 4 Aprile 2014
Terremoto sull'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, con sede a Legnaro, coinvolto in un'inchiesta su un presunto "business delle epidemie" di cui dà notizia il settimanale L'Espresso. Tra gli indagati ci sarebbe la ricercatrice di fama internazionale Ilaria Capua, su cui pesa, così come per altri tre funzionari dell'istituto, l'ipotesi di reato di associazione per delinquere e corruzione. «Mi vogliono infangare» ha detto la scienziata in relazione all'inchiesta.
Il "business delle epidemie" seguirebbe una cinica strategia commerciale, amplificando prima il pericolo di diffusione e i rischi per l'uomo, quindi spingendo le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d'urgenza. Uno fulmine a ciel sereno per il direttore generale dell'istituto padovano Igino Andrighetto, che ha preferito non commentare la notizia.
Un'inchiesta, come riferisce il settimanale, partita nel 2005 dagli investigatori Usa, sulla base delle confessioni di Paolo Candoli, manager di Merial, società leader a livello mondiale nel settore della salute animale che offre una vasta gamma di prodotti completi innovativi per migliorare la cura e il benessere degli animali domestici, da reddito e selvatici. La sede è a Milano (Assago-Milanofiori) mentre a Noventa Padovana opera lo stabilimento specializzato nella produzione di diverse tipologie di vaccini aviari.
Tra i referenti più stretti di Candoli ci sarebbe dunque stata la virologa romana, ma padovana d'adozione, Ilaria Capua, fino al suo debutto in politica (è deputata di Scelta civica e vice presidente della commissione Cultura alla Camera) responsabile del Dipartimento di scienze biomediche comparate dell'Istituto zooprofilattico. Anche altri tre manager dell'Istituto risulterebbero indagati, così come pure il marito della Capua, ex manager della Fort Dodge Animal di Aprilia, attiva nel settore della produzione e della distribuzione di prodotti zootecnici, veterinari e fitofarmaceutici.
L'ipotesi accusatoria parla di traffico internazionale di virus, praticamente ceppi di virus dell'aviaria utilizzati per produrre vaccini spediti dall'estero in Italia in plichi anonimi, senza autorizzazione e con il rischio di diffondere l'epidemia.
Lo Zooprofilattico, che promuove la salute pubblica e la sanità animale garantendo adeguati servizi di diagnostica, sorveglianza e ricerca, dall'alto dei suoi prestigiosi 85 anni di vita (nacque il 15 giugno 1929) ha fama di essere Istituto serissimo, in prima linea nella sorveglianza epidemiologica, le azioni di farmacovigilanza, la produzione di biofarmaci per conto dello Stato, delle Regioni e di privati, il controllo della qualità e della salubrità dei prodotti di origine animale destinati all'alimentazione umana (per esempio attraverso la verifica dei parametri igienico-sanitari e fisico-chimici sui campioni di latte crudo e gli accertamenti microbiologici e chimici eseguiti su carni fresche e lavorate, ovoprodotti, prodotti ittici). Nel 2012 il personale dell'IszVe ha eseguito oltre 2.000.000 di esami relativi alla sanità e al benessere animale, alla sorveglianza epidemiologica e alla sicurezza alimentare, in particolar modo all'igiene degli alimenti di origine animale. La Capua, dal canto suo, respinge tutte le accuse.