Torna il Botellon, il Comune dice "no"

Martedì 5 Maggio 2015
Torna il Botellon, il Comune dice "no"
Torna il ritrovo etilico più chiacchierato dell'anno. Lanciato su Facebook ieri mattina, in un crescente tam-tam ha già raccolto l'adesione di quasi cinquemila partecipanti. Ma il Botellon 2015 ha già fatto il pieno anche di polemiche.
Appuntamento mercoledì 27 maggio a partire dalle 21, location Prato della Valle. A promuoverlo sono i ragazzi della "Comunità Botellon": «Come sempre un'occasione per stare tutti, ma davvero tutti insieme e festeggiare in una delle piazze più belle d'Europa!». Andamento altalenante di pubblico - il primo Botellon padovano risale al 2011 con 10mila persone, poi andate via via riducendosi - ma non di critiche, rimaste sempre vigorose.
A strettissimo giro, Palazzo Moroni ha alzato un muro, evidentemente memore dei ripetuti episodi di coma etilico, sbronze di massa e spettacoli indecorosi per il vivere civile, con il Pra' trasformato in sconcertante latrina. «Padova è la città delle regole e delle opportunità. Il Botellon è un raduno spontaneo al di fuori delle regole e che non crea alcuna opportunità, anzi: è una "bevuta collettiva" che fa ricadere sulla comunità e sulle tasche dei padovani solo costi - ha sbottato Eleonora Mosco, vicesindaco, assessore al commercio e alle politiche giovanili - Costi in termini di pulizia della città, in termini di controllo da parte della polizia locale per tutelare l'ordine pubblico, in termini di emergenza sanitaria. Vogliamo rispetto per Padova, per i padovani, per chi lavora in città e paga le tasse. Non vogliamo che Prato della Valle diventi una discarica a cielo aperto e non vogliamo nemmeno far passare il messaggio che ci si diverte solo bevendo e sbronzandosi fino a tarda notte. Per tutte queste ragioni dico no al Botellon, lo dico da giovane cittadina, lo dico da amministratore pubblico con il senso di responsabilità che mi appartiene e che contraddistingue l'Amministrazione Bitonci».
Mosco ha ulteriormente rincarato la dose: «Non vogliamo e non possiamo permettere di essere scacco di un manipolo di persone il cui unico scopo è sballarsi. Noi siamo dalla parte dei cittadini, di chi lavora, di chi apprezza una città pulita. Questa amministrazione ha fatto molto e continuerà a farlo per rendere Padova una città aperta, viva e vivibile sempre, ogni giorno. Lo abbiamo fatto creando opportunità e dettando regole chiare, per il bene di tutti e per rendere la città un luogo sempre più sicuro. E la movida intelligente che abbiamo proposto ai padovani di tutte le età e ai turisti per vivere il centro storico e i quartieri, è solo un esempio di come ci si possa divertire senza nuocere e senza far ricadere conseguenze costose e diseducative, ripeto, sulle spalle e nelle tasche degli altri. Dire no al Botellon significa essere coerenti».
Altrettanto pronta la risposta giovanile su Facebook: «Sempre meno posti di aggregazione, sempre più proibizioni. Chi "vive davvero" la città sa che queste prese di posizione non rappresentano l'anima cittadina. E poi il Botellon è una festa!». I ragazzi chiedono "dialogo tra le varie parti in causa. Magari potremmo invitare qualche rappresentante della Giunta e farci una bevuta tranquilla tutti insieme".

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