(F.G.) Che il Parco regionale dei colli Euganei fosse fermo da qualche tempo con le quattro frecce di emergenza accese era ormai assodato. Ma la lettura delle entrate e delle uscite consentita dalla pubblicazione dei conti nel Siope regala davvero l'immagine di un "oggetto" immobile, costretto a sopravvivere senza guizzi e senza progetti di grande rilievo. L'Ente ha speso infatti l'anno scorso poco più di quattro milioni di euro, introitandone quattro milioni e mezzo.
Le spese correnti dell'istituto di gestione del comprensorio collinare euganeo ammontano appena a due milioni di euro. Poca cosa, calcolando che 700 mila euro vanno ogni anno al personale assunto a tempo indeterminato, che riceve altri 250 mila euro per competenze e indennità accessorie. Contributi e altre voci fanno in modo che le spese per il funzionamento rappresentino gran parte delle uscite dell'Ente. Gli organi di amministrazione costavano fino a un paio d'anni fa 46 mila euro, ma il dato che fa sorridere è quella relativa alle spese di rappresentanza: 59 euro annui, neanche il costo di un paio di cabaret di paste. Acqua, luce e gas (95 mila euro) costano al Parco più della benzina spesa per i mezzi di servizio, e nella lista vanno inseriti anche 32 mila euro divisi fra i trasferimenti alle aziende di promozione turistica e quelli per le imprese private. Le uscite in conto capitale, poi, superano a stento il milione di euro. 938 mila euro se ne vanno per la sistemazione del suolo, il resto sono spesi per attrezzature, hardware e varie. Più consistenti le spese per le ritenute erariali, che sfiorano i 300 mila euro. Sul versante delle entrate la parte del leone è giocata, come è logico che sia, dai trasferimenti regionali: da Venezia sono arrivati nel 2013 un milione e 600 mila euro per le spese correnti, oltre a vari spiccioli da altri Enti e da partecipazioni varie. Le entrate in conto capitale sono invece pari a un milione e mezzo di euro, anche qui composti quasi esclusivamente da trasferimenti pubblici.
Le spese correnti dell'istituto di gestione del comprensorio collinare euganeo ammontano appena a due milioni di euro. Poca cosa, calcolando che 700 mila euro vanno ogni anno al personale assunto a tempo indeterminato, che riceve altri 250 mila euro per competenze e indennità accessorie. Contributi e altre voci fanno in modo che le spese per il funzionamento rappresentino gran parte delle uscite dell'Ente. Gli organi di amministrazione costavano fino a un paio d'anni fa 46 mila euro, ma il dato che fa sorridere è quella relativa alle spese di rappresentanza: 59 euro annui, neanche il costo di un paio di cabaret di paste. Acqua, luce e gas (95 mila euro) costano al Parco più della benzina spesa per i mezzi di servizio, e nella lista vanno inseriti anche 32 mila euro divisi fra i trasferimenti alle aziende di promozione turistica e quelli per le imprese private. Le uscite in conto capitale, poi, superano a stento il milione di euro. 938 mila euro se ne vanno per la sistemazione del suolo, il resto sono spesi per attrezzature, hardware e varie. Più consistenti le spese per le ritenute erariali, che sfiorano i 300 mila euro. Sul versante delle entrate la parte del leone è giocata, come è logico che sia, dai trasferimenti regionali: da Venezia sono arrivati nel 2013 un milione e 600 mila euro per le spese correnti, oltre a vari spiccioli da altri Enti e da partecipazioni varie. Le entrate in conto capitale sono invece pari a un milione e mezzo di euro, anche qui composti quasi esclusivamente da trasferimenti pubblici.