Sfila il popolo padano tra leoni e tricolore

Lunedì 22 Settembre 2014
Cittadella non è Venezia ed i numeri da record del passato alla fine non ci sono stati. Stimate in 6 mila le presenze di ieri a Cittadella per quella che dal 1997 al 2012 era la Festa dei popoli padani e che quest'anno è diventata "Futuro è indipendenza". I militanti della Lega Nord e dei gruppi indipendentisti sono giunti da tutto il nord Italia, i vertici del movimento annunciati sono saliti tutti sul palco, la risonanza mediatica c'è stata, ed alla fine questo è quello che conta per gli organizzatori. Buona la prima si direbbe se fosse un film, di certo la macchina organizzativa ha predisposto tutto al meglio. La grande area pedonale allestita fin dalle rive esterne delle mura, a manifestazione terminata, per alcuni è stata considerata eccessiva, ma se i partecipanti fossero stati qualche migliaio in più, sarebbe stata l'unica misura per non mandare tutto il sistema in tilt. Le previsioni davano possibilità di rovesci, ed invece ci si è potuti godere anche il sole. A transenne ritornate in magazzino, gli organizzatori, a cominciare dalla locale sezione della Lega Nord, sono soddisfatti. In piedi appena dopo l'alba i militanti cittadellesi. Alcuni hanno cancellato la scritta comparsa sulla cabina dell'Enel di via Facca a lato della Valsugana: "W l'Italia unita". Sono intervenuti gli operai comunali con la cesta aerea per togliere dal pennone sul monumento ai Caduti in piazza Pierobon un tricolore formato da palloncini con elio. «Gli autori sono stati identificati dalla polizia locale - hanno detto gli organizzatori - probabilmente pagheranno l'intervento». Manifestazione del Partito Democratico cittadellese invece poco prima dell'inizio del comizio alle 12,20. Sul lato interno di porta Padova, esposto un grande tricolore con uno striscione con riportato l'articolo 12 della Costituzione. Presenti anche i consiglieri comunali Serenella Vallotto, Adamo Zambon e Tommaso Pettenuzzo. «Non abbiamo voluto alimentare futili polemiche né arrecare disturbo al regolare svolgimento di una legittima manifestazione politica - hanno spiegato - per quanto dai contenuti per noi non condivisibili. Noi siamo orgogliosi di essere veneti, siamo orgogliosi della nostra storia, della nostra lingua e delle nostre tradizioni. Ma ci sentiamo prima di tutto italiani, italiani ed europei. La nostra storia è sì la storia della Serenissima, ma soprattutto quella dell'Unità d'Italia, della Lotta Partigiana e della Costituzione Italiana. La Festa della Lega si svolgeva in Piazza Pierobon. Luigi Pierobon, studente universitario e partigiano, moriva a soli 22 anni fucilato dai fascisti dopo un tradimento. Non possiamo permettere che i sogni di quel giovane e di tanti giovani caduti nel sogno dell'Italia libera vengano di nuovo traditi. Viva l'Italia!». Nessun segno di tensione. Massiccio, ma discreto, il dispositivo di sicurezza. In ognuno di quattro accessi al centro presenti agenti di polizia, nei varchi la polizia locale, in piazza i carabinieri e poi agenti delle scorte, in borghese e della Digos. Un mare di bandiere della Serenissima e della Padania di sezioni oltre che dal Veneto, da Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia con gli indipendentisti del Patriarcato di Aquileia e dalla Toscana con la bandiera del Granducato. Come fossero in curva allo stadio i Giovani della Bassa Bergamasca. Caccia alla foto con i leader della lega - che non si sottraggono - a cominciare da Matteo Salvini, e poi Luca Zaia, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Flavio Tosi, Umberto Bossi e Massimo Bitonci. Sul pennone di piazza Pierobon issati i vessilli della Serenissima e della Lombardia.

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