Rossi: «Buttati anni di lavoro per la leadership nella Lega»

Sabato 2 Agosto 2014
Negli ultimi dieci anni Ivo Rossi, già vicesindaco e candidato sindaco del centrosinistra ha seguito dall'interno ogni momento della storia del nuovo ospedale. Che idea si è fatto della situazione?
«Che la posizione del consiglio regionale sia condivisa dal presidente Zaia: un ospedale del tutto nuovo in un altro sito».
Invece Bitonci...
«Rischia di isolarsi. Non sa quanta fatica è costato costruire la convergenza fra Università, Regione, Provincia, Azienda ospedaliera. Per questo è un errore buttare via otto anni di lavoro e ripartire dall'anno zero con i protagonisti che si guardano in cagnesco. Mostrare i muscoli non serve a nulla».
Vediamo le criticità sollevate dal sindaco. Il rischio idrogeologico a Padova ovest c'è?
«No. Anche in questi giorni la zona non è mai andata sotto, non è una palude. L'unica opera che serve, e che si sta facendo, è lo scolmatore Limenella-Fossetta per consentire a Montà e al nord Arcella di non rischiare allagamenti. E poi l'ospedale è stato inserita nel Pati, in co-pianificazione con gli altri comuni e con la Provincia. Insomma con l'accordo di tutti».
Ma con più cemento le possibilità di assorbimento del terreno saranno molto diminuite. Si formeranno dei "fiumi" d'acqua...
«Crede che, come per il laghetto dello stadio, non siano stati previsti degli invasi contenitivi? Si fa anche nei nuovi peep. La scelta è frutto di un'analisi tecnica. Inutile agitare spauracchi».
Secondo aspetto. Chi paga gli espropri? Di regola il Comune. Qusi siamo sui 28 milioni...
«In una delle ultime riunioni del comitato di coordinamento ho chiesto a Zaia: se lo facciamo a Legnaro pagano loro? Risposta: no, paga la Regione. Ebbene, il costo è dentro il progetto».
Tocca alle infrastrutture. Quanto costerà portare strade e tram?
«Il tram costa 10 milioni al chilometro, quindi circa 20 milioni dalla stazione allo stadio».
Ma ci sono due sottopassi da fare, uno per la ferrovia e uno per la tangenziale, almeno altri 15 milioni...
«Fanno parte dei lavori per la conclusione dell'Arco di Giano. Ma alla fine avremo un ospedale a un chilometro e mezzo dal centro, facilmente raggiungibile anche in tram. E guardi che potremmo riequilibrare le funzioni della città che oggi sono tutte spostate nella direttrice est».
E al posto del vecchio ospedale? La proposta della Regione è di metterci il S. Antonio più lo Iov...
«Negli anni ci eravamo preoccupati della speculazione edilizia sull'area, l'idea di farne un parco prevaleva, vendendo solo gli edifici che danno su via S. Massimo. Oggi vedendo quanto è infelice la posizione del S.Antonio l'offerta dei mille posti letto per farne l'ospedale della città mi sembra ottima, l'avevamo ipotizzata anche noi».
Però il sindaco sembra irremovibile...
«Ma così si rischia di entrare in un declino pianificato e per l'ostinazione di un uomo solo. Dice pure che costa meno, ma mi sembra come quei venditori di piazza che urlano il prezzo. Ci vuole un po' di serietà, perché il risultato è un danno alla città».
Se non altro non avremo un ospedale nuovo a Legnaro. Zaia ha stoppato soluzioni in altri comuni...
«Quella dell'Università la considero la proposta di chi è preoccupato di impoverirsi se non si fanno delle scelte. Come dire: non possiamo far morire l'università per ripicca».
Lei considera sicuro il metodo del project financing? Zaia lo ha stoppato finora per assoluta diffidenza...
«Se c'è la preoccupazione dei ladri che hanno girato intorno ai project si devono combattere loro, e non evitare di decidere. Si può comprare il progetto ad esempio».
Conclusioni?
«Sarebbe la prima volta che una città ha un finanziamento per costruire e dice no. Si guardiano questi interessi e non la conquista della leadership dentro la Lega. E poi le migliori energie della società si facciano sentire, lo stop è un danno anche per le imprese».

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