Rione Borgomagno abbandonato I residenti: «Il sindaco ci riceva»

Lunedì 3 Agosto 2015
Isabella Scalabrin «Il rione Borgomagno versa in stato di totale abbandono e degrado. Da giorni si assiste a bivacchi di persone che dormono all'aperto e si vede spaccio continuo di stupefacenti notte e giorno, prostituzione e persone che urinano addosso ai palazzi. Non se ne può più e i residenti sono esasperati».
A lanciare l'allarme sono i cittadini del comitato «Miglio d'oro all'Arcella». «Le zone interessate al degrado sono vicolo Aspetti, via Avanzo, il cavalcavia della Stazione lato Arcella, le vie Toti, Faggin, Liberi e Annibale da Bassano- sostiene il portavoce del comitato Andrea Rossi - I bivaccamenti notturni e lo spaccio di droga avvengono sul prato verde in vicolo Aspetti e nell'aiuola a nord della grande rotonda ai piedi del cavalcavia del Borgomagno, proprio davanti alla fermata "Borgomagno" del tram.
Spaccio c'è ancora in via Toti, via Faggin, via Da Bassano e nel primo tratto di Via Aspetti, per cui chiediamo una maggiore presenza delle forze dell'ordine. Il sindaco Massimo Bitonci ci aveva promesso che avrebbe reso l'Arcella un quartiere stupendo, ma a più di un anno dal suo insediamento la situazione ci pare del tutto fuori controllo e peggiorata- continua - L'aiuola a nord della rotonda del Borgomagno è diventata una discarica a cielo aperto e nessuno si preoccupa di pulire. Di sera in quest'area avviene un continuo via-vai di spaccio indisturbato: persone adulte e ragazzi arrivano a prendere la droga, senza che nessuno faccia nulla».
I cittadini del comitato chiedono un confronto con l'amministrazione comunale per affrontare le problematiche del quartiere. «Vogliamo un incontro urgente col sindaco Bitonci e col comandante dei vigili, Antonio Paolocci, per discutere della situazione e capire cosa intende fare l'Amministrazione per risolvere la questione che sta diventando insostenibile - conclude Rossi - Abbiamo fatto decine di segnalazioni a Palazzo Moroni senza ricevere risposte. Siamo stufi dei soliti proclami e vogliamo vedere i fatti».
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