"No" da venti sindaci all'accoglienza, Bitonci chiede un'ispezione dei pompieri

Venerdì 28 Agosto 2015
Un documento per dire "no all'accoglienza", sia essa diffusa, micro o macro, all'ex Caserma Prandina di Padova, all'ex base Missilistica di Bagnoli, o all'hotel Michelangelo di Teolo. È questa la conclusione dell'incontro tenutosi l'altro ieri, alla quale hanno preso parte amministratori di diversi Comuni della provincia. «Una riunione alla quale hanno partecipato una ventina di tra sindaci, assessori e consiglieri. Tanti mi hanno contattato telefonicamente e l'adesione è stata alquanto ampia - ha spiegato il sindaco -. Dalla riunione è scaturito un documento che domattina (oggi) invierò a tutti i sindaci, gli amministratori ed i consiglieri dei Comuni padovani senza distinzione di appartenenza. Quindi anche a quelli di centrosinistra, perché questo deve essere un documento condiviso da tutti. Mi aspetto che in tanti firmino e lo presenteremo lunedì prossimo a Mestrino, tutti insieme. Nel documento ribadiamo il nostro "no" netto a qualsiasi tipo di accoglienza che qualcuno vorrebbe nel nostro territorio». Una decisione, come prosegue Bitonci, derivata anche da quanto scaturito nella riunione dei sindaci con la Prefettura. «In quell'occasione i rappresentanti del governo si sono limitati a dire che non ci sono alternative e che dobbiamo accogliere gli immigrati stabiliti che andranno in tutti i Comuni - spiega il sindaco -. Credo si tratti di un'ipotesi assurda: stiamo vedendo cosa sta succedendo in Europa. Gli altri Stati si difendono, noi invece abbiamo aperto le porte a tutti. A pagare per questa mancanza del Governo non possiamo essere noi sindaci, gli amministratori e nemmeno i cittadini». Bitonci intanto continua ad occuparsi della questione tendopoli all'ex Prandina che sta assumendo proporzioni intollerabili. «Ho inviato ai Vigili del Fuoco una richiesta di ispezione affinchè sia verificata la sicurezza della tendopoli che vede ammassati ormai 400 immigrati - sottolinea il sindaco -. Oltre un certo numero di persone riunite in un unico luogo infatti, la legge prevede adeguate autorizzazioni che nemmeno la Prefettura può ignorare. Chiedo siano verificati i rischi per l'incolumità degli operatori che vi sono impiegati e degli ospiti». L'amministrazione resta inoltre in attese delle ispezioni, sempre in tema di sicurezza e vivibilità del luogo, richieste a Spisal ed Arpav.

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