Profughi, i sindaci cercano un'alleanza

Martedì 4 Agosto 2015
Musi lunghi, mugugni, sindaci che se ne vanno prima del tempo, qualcuno che contesta la piega che prende la riunione, pensa già a cosa scriveranno i giornali e lo afferma al microfono: «Ecco, aveva ragione chi diceva (Bitonci ndr) che chi veniva qui era favorevole all'accoglienza...»
Diciamo che l'aria che si respirava dentro la sala a piano terra nella sede della Provincia alla cittadella della Stanga ieri non era delle migliori, e non soltanto perché a questo contribuiva la decisione di metterci dentro 85 comuni fra sindaci, vice e assessori, il presidente Soranzo, il Prefetto Impresa e il direttore dell'Immigrazione Carmine Valente a porte chiuse.
Ma se non altro Soranzo ha tentato una via. Evitare di ritrovarsi decisioni calate dall'alto, tanto Valente lo ha detto chiaramente: queste sono le quote a cui ha aderito anche il Veneto, organizzatevi. Così il presidente punta sulla «solidarietà dei territori». Che tradotto significa: «se tutti i 104 sindaci prendessero in carico i rifugiati» in ragione di uno ogni mille abitanti come hanno proposto i Prefetti, «si eviterebbero le concentrazioni come Bagnoli e altre che verranno». Sì perché l'ondata non si ferma. Tra ieri e oggi a Padova sono arrivati 130 migranti. E non abbiamo ancora raggiunto i 1019, la quota assegnata.
Ma devono essere d'accordo tutti e per questo ci vuole tempo. Così Soranzo ha dato appuntamento all'inizio di settembre per riunire il tavolo di coordinamento chiedendo al Prefetto Impresa di sospendere la decisione su Bagnoli. Circostanza che fra l'altro allungherebbe i tempi di vita della Prandina. Ma il prefetto è stato chiaro. «L'hub provinciale si farà solo se il territorio lo vuole, ma sospenderemo i lavori solo nel momento in cui avremo delle proposte».
L'impressione è che i margini per una "rete" siano pochi. Perché, a essere sinceri, i sindaci temono la fregatura. Esempio: e se finiscono i soldi del governo per le cooperative (che già mancano da tre mesi anche se Valente ha detto che a settembre arriveranno) e poi i proufghi se li devono mantenere i Comuni? E soprattutto pensano ai cittadini. «Io senza mandato del consiglio non mi muovo» ha detto il sindaco di Ponso.
C'è chi nel caso si creasse un "sistema" si è dimostrato più favorevole, come il sindaco di Vigodarzere, Vezzaro. Altri come Anna Lazzarin di Veggiano si è resa conto che «Ognuno deve fare la sua parte». Ma Walter Stefan, guarda in faccia la realtà: «Non siamo affittacamere».
Il vicepresidente della Provincia Fabio Bui, la vede da un altro versante: «Se non puntiamo alla accoglienza diffusa ci saranno tante Bagnoli, compresa Padova». C'è talmente tanta diffidenza che Patrizia Impresa pensa che se questa via si concretizzasse, ovvero «se i sindaci capissero che possono partecipare alle decisioni e si realizzasse la microaccoglienza sarebbe un miracolo». Pure se si sveltissero le pratiche per capire chi è clandestino e chi no. Entro settembre si finiranno di esaminare le pratiche realtive agli sbarcati nel 2014...
Valente: «La provincia di Padova ha 1019 profughi con i suoi 104 comuni ciò significherebbe accoglierne nove, dieci per comune. Una quota talmente ridicola che non staremmo nemmeno qui a parlarne. I sindaci - ha poi proseguito - si sono detti disposti anche a firmare un accordo con il prefetto per decidere il tipo di divisione». Ottimista.

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