Pesce cinese con etichette false

Giovedì 20 Novembre 2014
Etichettature falsificate e prodotti non corrispondenti a quanto riportato nei documenti di trasporto. Per due volte nel giro di un mese i prodotti ittici in arrivo dall'Oriente al porto di Venezia, e destinati ai ristoranti cinesi di mezzo Veneto, sono finiti sotto sequestro. Erano stati gli uomini della guardia costiera a scoprire il raggiro la primavera scorsa. Il pesce acquistato dai grossisti cinesi in attività nel nostro Paese era di qualità scadente. Si cercava di spacciarlo per prodotto di qualità proveniente dai nostri mari. Un fenomeno preoccupante su cui il sostituto procuratore Benedetto Roberti vuole vederci chiaro. Ha dato mandato ai carabinieri del Nas di controllare l'intera filiera del pesce di produzione cinese, dagli importatori ai grossisti, fino ai ristoranti in cui il prodotto viene proposto in tavola. Il sospetto è che etichettature e certificazioni siano spesso fasulle. Come in occasione dei due maxi sequestri operati tra il 16 aprile e il 15 maggio 2013. La guardia costiera aveva ispezionato due ingenti carichi di pesce in arrivo dalla Cina. Due società con sede in corso Stati Uniti, al Centro Ingrosso Cina, si apprestavano a commercializzare specie ittiche con denominazioni non corrispondenti alle effettive caratteristiche del prodotto. Con questo stratagemma la murena veniva spacciata per anguilla di mare congelata mentre il pregiato calamaro del Pacifico finiva per essere sostituito dal poco invitante totano del Pacifico. Specie con scarsa richiesta sul mercato ma messe in vendita al prezzo di prodotti di elevata qualità, utilizzando etichettature fantasma da cui sparivano la zona di cattura del pesce, la denominazione commerciale, il nome scientifico in latino e il metodo di produzione (pesca o allevamento), in totale inosservanza dei regolamenti della Comunità Europea e dei decreti del Ministero per le Politiche agricole e forestali. Frode in commercio e vendita di prodotti con caratteristiche mendaci. Sono i reati da cui dovranno difendersi in tribunale, a settembre del prossimo anno, i legali rappresentanti e i soci delle due ditte importatrici di pesce di produzione cinese. Quattro i cittadini dagli occhi a mandorla, due dei quali spariti nel frattempo, spediti a giudizio dal pm Roberti. Ma è fin troppo facile prevedere che l'elenco si allungherà.

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