Pericolo degrado: una raccolta firme di residenti ed esercenti contro la chiusura del supermercato Despar

Venerdì 1 Agosto 2014
Si sono mobilitati i residenti e gli esercenti delle varie attività con i loro dipendenti dell'area Conciapelli per raccogliere le firme affinché il supermercato Despar di piazzetta Sartori non chiuda i battenti.
«Appena siamo venuti a conoscenza dell'intenzione di Despar di chiudere questo punto vendita - ha detto Ubaldo Lonardi, promotore dell'associazione "Contrada Conciapelli" - ci siamo mobilitati con una petizione per raccogliere le firme e far mantenere aperto il punto vendita. Si tratta infatti dell'unico supermercato della zona che, oltre a rappresentare per molti residenti la sola possibilità di fare la spesa quotidiana, costituisce una delle presenze più significative nel processo di riqualificazione dell'area. Questo obiettivo continua ad essere perseguito dalle attività economiche che vi sono insediate, ultima la pregiata "casa Mediolanum" di piazzetta Bussolin».
La petizione si rivolge, oltre che all'Aspiag, titolare del marchio Despar, alla proprietà dell'immobile, al sindaco e all'assessore al Commercio del Comune di Padova. «La permanenza del supermercato Despar contribuisce a garantire l'ordine e il decoro necessari affinché le attività economiche rimangano e si sviluppino. Le problematiche relative alla sicurezza rappresentano uno dei motivi che avrebbero convinto Despar ad abbandonare l'area, dopo gli innumerevoli episodi di minacce subiti dai lavoratori della struttura che spesso sono costretti ad intervenire per impedire furti o gesti inconsulti compiuti da una clientela serale in evidente stato di ubriachezza».
Nella petizione viene inoltre chiesto al Comune di sistemare le fioriere di piazzetta Sartori togliendo le panche divenute sede di bivacchi per persone ai margini della società.
Il documento infine rinnova all'assessorato al Commercio la richiesta rimasta finora inascoltata di vietare l'installazione «del maxi tendone etnico in piazzetta Sartori durante il periodo natalizio. La struttura infatti non solo isola le retrostanti piazzette creando aree buie, incontrollate e poco sicure, ma esclude dal giro commerciale le attività esistenti». 

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