Marcato: «Al bando i giochi di corrente e Zaia vincerà ancora»

Martedì 22 Luglio 2014
Roberto Marcato oggi è presidente del consiglio comunale e contemporaneamente assessore alla Viabilità, a titolo gratuito, in Provincia, fino alle elezioni del 28 settembre. Leghista nell'animo, bossiano nel cuore. Un guerriero di lungo corso. Da segretario provinciale, maggio 2012, il fuoco amico ha cercato tre volte di abbatterlo. La prima volta voleva commissariarlo Tosi per una dichiarazione, epperò Maroni l'ha fermato. La seconda i consiglieri tosiani, la terza il direttivo provinciale, che lo ha sfiduciato aprendo al commissariamento.
Ma lui è ancora qua. Dunque uno che la guerra l'ha vissuta sulla propria pelle come accoglie l'appello di Bitonci al "basta espulsioni"?
«Guardi, quando mi sono candidato l'ho fatto per la Lega. E non riconoscerò mai un candidato di parte. La forza del nostro partito è che ci sia un leader che decide. Ha visto che gli altri di "correnti" sono morti? Ecco, a noi non deve accadere».
A cominciare dall'alto...
«Salvini ha parlato da leader. Ha detto che se usciva da segretario dal congresso allora si faceva quello che voleva lui e basta. Non so se rendo...»
Rende. Maroni, Tosi. Basta guerre interne? Tanto più che state risalendo nei sondaggi...
«Guardi questo della revisione degli espulsi ingiustamente è una cosa che tutta la base leghista si aspettava. Chi ha lavorato per la Lega deve riavere la sua militanza».
Che c'è da fare?
Al telefono pare che gonfi il petto... «L'articolo 1 dello Statuto. Noi non siamo per l'autonomia del Veneto. Noi siamo per l'indipendenza, ha capito come suona? È questa la differenza con tutti gli altri partiti. E Salvini salda la matrice che aveva Bossi con il futuro».
Dove Bitonci avrà una leadership consolidata, giusto?
«La sua candidatura l'ho voluta fortemente anch'io. E la vittoria a Padova ha rinvigorito tutto il centrodestra. È un passaggio fondamentale perché Padova con la collaborazione con Forza Italia è il laboratorio per le elezioni regionali dell'anno prossimo. Anche perché questa vittoria ha radicalizzato lo spostamento del Pd a sinistra».
Può chiarire?
«Sì, la fascia moderata della popolazione si è portata da questa parte e l'esempio di Tosi a Verona e il pentimento dei trevigiani su Manildo aprono scenari interessanti».
A partire dalla riconferma di Zaia in Regione?
«Per me era scontata, senza bisogno di Primarie. E poi quando riduce consiglieri e indennità e rimane intoccato dagli scandali che dubbi dobbiamo avere?»
Tra Bitonci e Zaia c'è il tema dell'ospedale...
«Non credo proprio. Bitonci si è fatto interprete di quello che vogliono i padovani, discontinuità. E poi l'area di Padova ovest è piena di problemi, da quelli ambientali alle infrastrutture. Vedrete...»

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