Marcato: «Padova ben rappresentata, la passione batte i commissariamenti»

Martedì 30 Giugno 2015
(M.G.) Per lui è una consacrazione. Ed è come uscire da un cono d'ombra nel quale poteva finire condannato. Ma perché non si noti Roberto Marcato, il cono d'ombra dev'essere molto ampio, infatti eccolo qua. Assessore allo "Sviluppo Economico, Energia" che comprende: Artigianato, Commercio, Piccole e Medie Imprese, Industria, Fiere e Mercati, Distretti, Ricerca e Innovazione, Imprenditoria Giovanile e Femminile, Energia per tutte le Filiere, Tutela del Consumatore.
Marcato, 47 anni a luglio, ha cominciato nel '98 nel suo paese, Piombino Dese, come assessore al Bilancio e ai Tributi. Poi ha fatto dieci anni l'amministratore in Provincia. Dal 2004 assessore all'Ambiente e poi dal 2009 al 2014 anche vicepresidente. Con la Lega ne ha vissute di tutti i colori. Nel 2012 divenne segretario provinciale, poi fu commissariato. Tentarono (i tosiani) di scaricarlo anche dalla Giunta della Degani, ma resistette. «Vede, quello fu un momento delicatissimo, mi tolsero la vicepresidenza, stavo per sparire politicamente. Ma la cosa più bella è che gli amici che mi sono stati vicini in quel momento sono quelli che hanno contribuito alla vittoria oggi. Una vittoria che mi rinfranca ancora di più perché é stata ottenuta senza padrini con una spesa contenuta per la campagna elettorale. E alla fine sono stato uno dei più votati. Evidentemente la passione batte sempre i commissariamenti. E sono felice che Padova sia ben rappresentata».
Veniamo all'incarico. Tutte cose nuove... «Sì. Tenendo contro che la spina dorsale dell'economia veneta è l'impresa e che la crisi continua a mordere, mi riempie d'orgoglio e mi responsabilizza questo incarico, davanti a ogni singolo veneto». Fra l'altro Marcato era appena sabato ai funerali di Egidio Maschio a Campodarsego. Ora questa delega assume una luce del tutto particolare anche in virtù di quella vicinanza al mondo imprenditoriale dell'Alta che lo contraddistingue. «Anche se io ho la terra veneta che scorre nelle mie vene, al posto del sangue».
E adesso? «Cercherò in primo luogo di imparare, di studiare. E poi inizierò a lavorare. Prima di tutto per il nuovo ospedale di Padova».

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