Lavora sotto il sole, muratore di 59 anni stroncato dal caldo

Mercoledì 8 Luglio 2015
«Sono un po' stanco, mi siedo». Sono queste le ultime parole di Andrea Bergamini, morto ieri pomeriggio davanti agli occhi del figlio a causa di un malore provocato dalle temperature torride di questo scorcio di luglio: l'uomo, che aveva 59 anni, stava lavorando in un cantiere edile in via Adige a Boara Pisani, nelle campagne a ridosso della frazione di Cà Bianca e a qualche chilometro dal centro abitato. Bergamini, titolare della Edil Montaggi Rodigini, viveva a Ceregnano ed era impegnato nella ristrutturazione della villetta di C.B., residente in paese. Verso le 15.30 era intento a una faticosa operazione di sterro, che secondo le prime informazioni stava effettuando manualmente con un attrezzo. Improvvisamente ha avvertito le altre persone che erano con lui che si sarebbe assentato per qualche minuto, perché si sentiva debole e stanco. Il cinquantanovenne ha quindi abbandonato il cantiere e si è diretto sotto le fronde di un albero che sorge nel giardino dell'abitazione che la ditta stava sistemando. Di colpo, però, la situazione è precipitata: l'imprenditore artigiano si è sentito male e si è accasciato al suolo con un lamento. I muratori che erano sul posto sono accorsi per prestargli i primi soccorsi. Fra di loro c'era anche il figlio Diego, che ha cercato di rianimarlo fino all'arrivo dell'ambulanza. I presenti hanno infatti chiamato il 118 e in via Adige è giunto un mezzo del Suem. Lo staff sanitario ha tentato a lungo di riattivare le funzioni vitali di Bergamini, ma per lui non c'è stato niente da fare. L'uomo è morto sul colpo, stroncato da quella che al momento sembra essere una sindrome coronarica acuta. Pare infatti che l'artigiano soffrisse di cuore, come altri prima di lui nella sua famiglia. Il delicato quadro clinico è stato comunque reso instabile dalle temperature raggiunte ieri nella Bassa Padovana, dove di primo mattino c'erano già oltre 30 gradi. Lunghe ore di lavoro con 35 gradi e un'umidità superiore al 55 per cento hanno fiaccato la fibra dell'artigiano, il cui cuore non ha retto allo stress del giorno più caldo dell'anno. La salma è a disposizione delle autorità nella camera mortuaria dell'ospedale rodigino, dove verrà sottoposta oggi a un'ispezione esterna. A Cà Bianca sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Boara Pisani e lo Spisal dell'azienda sanitaria polesana, il cui personale ha eseguito i rilievi di rito. Bergamini viveva con la moglie Gabriella al civico 1752 di via Piave, nelle vicinanze del Canal Bianco. Oltre al figlio Diego, che lavorava con lui nella ditta di famiglia, lascia anche la figlia Iulca, la quale abita a Villanova Marchesana. La notizia della sua morte si è subito diffusa a Ceregnano e nei dintorni, dove il cinquantanovenne era molto conosciuto e stimato. «Ci lascia una persona di compagnia, molto socievole - si rammarica Ivan Dall'Ara, il sindaco della località rodigina - questa è una grave perdita per tutta la nostra comunità». I funerali dell'imprenditore non sono ancora stati fissati: la famiglia potrà disporre della salma solamente nella giornata odierna.

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