La "guerra" di Bitonci: multe da 500 euro e sequestro degli incassi

Giovedì 5 Marzo 2015
(Al.Rod.) Dieci multe alle lucciole, ma niente sequestro dell'incasso. Sono scattate nella notte tra venerdì e sabato scorso le prime contravvenzioni anti prostituzione legate alla nuova ordinanza contro il sesso a pagamento voluta dal sindaco Massimo Bitonci. Ordinanza che, rispetto al dispositivo varato nel 2007 dall'allora primo cittadino Flavio Zanonato introduce due novità significative. La prima è quella che a essere sanzionata è l'attività di meretricio (in luogo pubblico) in quanto tale.«In particolare - dice l'ordinanza - è vietata l'attività di prostituzione su strada che, per le circostanze, le modalità e le forme con cui si svolge offenda la pubblica decenza». La seconda è che le prostitute, una volta fermate ,vengono sottoposte alla confisca del denaro guadagnato durante la serata. Il dispositivo voluto dal centrosinistra invece, multava solo i clienti che si fermavano a contattare prestazioni sessuali e le prostitute solamente nel caso in cui queste fossero abbigliate in modo da offendere "il comune senso del pudore". Nello specifico le 10 multe sono state elevate in parte all'Arcella e in parte in via Tommaseo. A dover fare i conti con la maxi sanzione da 500 euro ragazze romene, nigeriane e dominicana che sono state anche accompagnate al comando di via Liberi per essere fotosegnalate. Tutte e 10 hanno dichiarato di non essere in possesso di denaro. Di conseguenza gli agenti non hanno potuto effettuare alcun sequestro. Dal momento che in Italia la prostituzione in sè non un reato, l'ordinanza voluta da Bitonci ed elaborata dall'assessore alla Sicurezza Maurizio Saia assieme al comandante della Polizia municipale Antonio Paolocci è pensata come un dispositivo anti degrado e, in generale contro l'illegalità. Nel testo dell'ordinanza infatti si spiega che la prostituzione «è collegata alla commissione di gravi reati quali l'induzione, lo sfruttamento, il favoreggiamento e l'agevolazione». Di conseguenza è opportuno contrastare con tutti mezzi legali questo fenomeno.

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