La città promuove Padova est «S. Lazzaro è il sito migliore»

Giovedì 27 Novembre 2014
Gli Ingegneri considerano la zona di S. Lazzaro a Padova est come una delle migliori per ospitare il nuovo ospedale: sia per l'infrastrutturazione che per la possibilità di effettuare rigenerazione urbana su quel quadrante, facendolo diventare la porta della città metropolitana del Veneto centrale. Su questa linea è schierata Confindustria e la condivide anche la Camera di Commercio.
LA DISCUSSIONE

Molto più renitente l'Università, non per la localizzazione in sè ma perché la decisione dovrebbe essere presa comparando tutte le possibili aree, dunque con più tempo a disposizione. La Regione però non vuole discutere oltre, dunque è molto probabile che domani, in un vertice tecnico-politico a Venezia, sia presa la decisione finale. Il sindaco è convinto di S. Lazzaro al punto che ieri ha incontrato i rappresentanti legali dell'area adiacente a quella comunale (altri 200mila metri quadrati) per trattare un'ulteriore espansione che potrebbe avvenire con l'acquisto diretto della Regione.
Questo è emerso ieri dal convegno sul tema "Il nuovo ospedale di Padova. Per la rigenerazione urbana" a cura della Fondazione Ingegneri Padova e dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia che hanno chiamato a parlarne nella sala convegni della Cassa di Risparmio alcuni degli attori principali del procedimento in un dibattito coordinato dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti.
C'erano dunque il sindaco Bitonci, il vicepresidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Fabio Bonfà, il vicepresidente di Confindustria Rodolfo Cetera, il presidente della Scuola di Medicina dell'Università Santo Davide Ferrara, il vicepresidente della Regione Marino Zorzato, il presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio.
UN HUB URBANO

Prima del confronto Marco Favaretti presidente della Fondazione Ingegneri Padova e Gian Pietro Napol presidente della Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto hanno introdotto i lavori lamentando il mancato coinvolgimento dei professionisti in questa fase, ma sono state le due relazioni del presidente dell'Ordine degli Ingegneri Pasqualino Boschetto e dell'esperto di urbanistica e rigenerazione urbana Pierluigi Matteraglia a far entrare nel vivo dei lavori.
Il primo ha inserito l'ospedale, considerato come il polo d'eccellenza della sanità veneta, dunque di respiro regionale e con velleità internazionali, dell'ambito metropolitano veneto. Boschetto ha dimostrato come la zona di Padova est sia al centro di un sistema metropolitano costruito dagli spostamenti fra Padova, Treviso, Venezia e, novità, anche Vicenza. Padova est sarebbe allora la "porta metropolitana" ideale, potendo contare su caselli, autostrade, ferrovie e metropolitana leggera (Sfmr) quindi esercitando una forte capacità attrattiva sulla città, messa in evidenza subito dopo da Matteraglia. L'urbanista ha definito quell'area, per la ricchezza di funzioni compresa l'ipotesi dell'alta velocità, una sorta di "hub urbano". Ma si è anche preoccupato di far notare come una "consultazione" a tutti i livelli dagli Ordini professionali alla gente comune contribuirebbe a creare consenso sulla scelta.
L'UNIVERSITÀ

Il presidente Zilio in apertura di dibattito ha chiesto alle istituzioni di fare presto: «Non possiamo più aspettare», dando poi il suo sostanziale assenso all'area con un consiglio: «mettiamoci un eliporto visti i problemi dell'Allegri». Anche Cetera ha benedetto l'idea «specialmente se legata al tema da noi lanciato della stazione dell'alta velocità». Il professor Ferrara invece ha espresso tutte le perplessità dell'Università per una scelta che appare a suo giudizio affrettata. «Io parlerei di fare il nuovo policlinico per la scuola medica padovana che è la prima d'Italia. Ma ci sono contraddizioni sulla localizzazione, tanto che abbiamo visto quattro ipotesi finora. Dunque fermiamoci e compariamo tutte le aree possibili. Per noi comunque valgono due condizioni: l'integrazione con l'attuale ospedale e l'estensibilità dell'area. In ogni caso desideriamo capire quale sarà lo strumento finanziario e compartecipare alla progettazione».
LA REGIONE

Il vicepresidente Zorzato ha replicato a stretto giro: «Non abbiamo più tempo per discutere. Ora decideremo dove mettere l'ospedale e poi che caratteristiche dargli, rispetto al sito. Lo so è che è un percorso a rovescio ma è su questa decisione che costruiremo poi il nuovo modello urbanistico».

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