«L'altra sera Dario era triste e abbattuto»

Venerdì 25 Aprile 2014
(L.I.) Dario Bormioli aveva probabilmente premeditato il gesto estremo. I suoi più stretti collaboratori l'avevano visto abbattuto e triste l'altra sera, alla conclusione della giornata di lavoro. «Era stata una giornata positiva - racconta C.M., uno dei venditori dell'autosalone di Mezzavia - avevamo concluso alcune operazioni commerciali ed eravamo soddisfatti. Ma lui non sembrava contento». Il settantunenne imprenditore era immerso nei suoi pensieri, aveva certamente la testa altrove. Nessuno poteva però immaginare quello che sarebbe accaduto di lì a poche ore. Solitamente puntuale al suo posto di lavoro alle nove del mattino, ieri Dario Bormioli non si è fatto vedere. Il figlio Ugo e i venditori hanno iniziato a cercarlo al telefono. Tutto inutile. Il cellulare risultava spento. Hanno iniziato a preoccuparsi. Ad un certo punto qualcuno ha consigliato al figlio di mettersi in contatto con l'ospedale. Pochi minuti dopo Ugo Bormioli ha ricevuto l'agghiacciante responso: il padre era ricoverato in fin di vita. Nell'autosalone Bormioli Auto di via Mezzavia è calato il silenzio. Tutti ad interrogarsi sulle ragioni del tragico gesto dell'imprenditore. Per decenni al timone della storica concessionaria Alfa Romeo di via Vigonovese ereditata dal padre Ugo, Dario Bormioli aveva provato a ripartire qualche anno fa dopo la separazione dai cugini e commercializzava marchi diversi. Aveva investito parecchie risorse nel nuovo salone che risente però della grave crisi in cui versa da anni il mercato dell'auto. Resta da capire se il tentativo di togliersi la vita sia collegato alle difficoltà della sua attività o se le ragioni del gesto vadano ricercate in altri ambiti.