Il rettore Zaccaria: «Saremo costretti a uscire dalla città» Padrin: «Tocca ai sindaci parlare»

Sabato 23 Agosto 2014
(F.Capp.) Il nuovo policlinico universitario di Padova costruito nella zona di Saonara? «Attendo che la Regione si esprima in modo pubblico e formale. Se la scelta del Comune e del suo sindaco, Massimo Bitonci, è quella di non volere l'ospedale in un sito diverso da quello attuale, giocoforza - riflette il magnifico rettore dell'Università, Giuseppe Zaccaria - diventa necessario uscire dalla città, e farlo nel modo migliore, costruendo nelle aree più accessibili, in cui la viabilità sia grandemente garantita; quindi ben vengano le localizzazioni più congrue che si intenderanno adottare. L'Ateneo sull'argomento può esprimere un'opinione ma non ha un diritto di scelta di qualsivoglia natura, certo è che sicuramente dialogheremo con molta attenzione, l'importante sarebbe - auspica con forza il numero uno del Bo - superare questa situazione che vede una sola istituzione contro tutte le altre. E, di questo, veramente non abbiamo bisogno».
Da sempre l'Università chiede uno spazio adeguato dove realizzare un Policlinico di prim'ordine dal punto di vista strutturale e logistico, dove far confluire, unificandole, le tre «anime» della sanità: l'assistenza, la didattica e la ricerca. Imprescindibile in un polo ospedaliero moderno la presenza di un attiguo campus accademico.
«Per me il governatore Zaia vuole dimostrare al mondo che lui e il sindaco Bitonci non avevano accordi sul fatto di non fare nulla a Padova ovest»: caustico è il commento del presidente della V Commissione regionale Sanità, Leonardo Padrin, che aggiunge: «A questo punto gli interlocutori devono essere i sindaci», dando per scontato il trasloco dell'opera in un Comune contermine. «Io non ne faccio una questione di sito, anche se ero favorevole a rifare l'ospedale sull'area attuale. Il problema - chiosa Leo Padrin - sono i tempi: più ci vuole a realizzarlo, più facilmente i migliori medici se ne vanno. E il Comune di Padova ha risposto nell'unico modo che la Regione non può accettare, perché ha già bocciato tecnicamente il sito attuale».