Il carabiniere indagato per omicidio colposo

Venerdì 31 Luglio 2015
Il maresciallo Marco Pegoraro è stato iscritto sul registro degli indagati per la morte di Mauro Guerra. La Procura di Rovigo ipotizza il reato di omicidio colposo a carico del comandante della stazione di Carmignano di Sant'Urbano. Si tratta di un atto dovuto in attesa dell'esame autoptico, cui potranno partecipare tutte le parti in causa. Pegoraro potrà quindi nominare un consulente di fiducia in vista del primo fondamentale passaggio dell'inchiesta. La famiglia della vittima ha già fatto sapere chi la rappresenterà all'autopsia. I difensori della sorella di Guerra, gli avvocati Fabio Pinelli e Alberto Berardi, hanno indicato nel dottor Giovanni Cecchetto, dell'Istituto di Medicina legale dell'Università di Padova, il consulente di parte. Sarà il dottor Lorenzo Marinelli dell'Università di Ferrara ad effettuare l'esame autoptico. L'incarico gli verrà conferito oggi pomeriggio in Procura a Rovigo. Con tutta probabilità medico legale e consulenti di parte si ritroveranno lunedì mattina nelle celle mortuarie dell'ospedale di Rovigo, dove è stato portato il cadavere di Guerra.
L'INDAGATO Pegoraro non avrebbe quindi sparato per uccidere. Ha premuto il grilletto in direzione del 33enne buttafuori di Carmignano per interrompere il pestaggio del brigadiere Stefano Sarto, che stava soccombendo sotto i violenti colpi di Guerra. Il maresciallo sostiene di aver sparato due colpi in aria senza riuscire a spaventare il culturista. Non avrebbe avuto altra scelta che quella di sparargli. Pegoraro sostiene di aver mirato al braccio da una distanza di circa due metri e mezzo. Mauro Guerra si stava accanendo come una furia su Sarto. E non era un bersaglio facile. Il proiettile l'ha colpito tra il petto e il fianco. È probabile che abbia leso qualche organo interno anche se è fuoriuscito. Il bossolo è stato poi recuperato dagli investigatori dell'Arma a quattro metri di distanza. Il buttafuori ha comunque continuato a colpire Sarto immobilizzato a terra. Pegoraro è stato raggiunto da tre colleghi che hanno faticato non poco per riuscire ad immobilizzare il giovane.
LA TRAGEDIA Mauro Guerra era perfettamente cosciente quando i carabinieri l'hanno ammanettato. Rispondeva alle domande degli investigatori. Le sue condizioni si sono aggravate pochi minuti dopo quando è stato preso in consegna dallo staff sanitario dell'elisoccorso di Treviso che avrebbe dovuto condurlo all'ospedale di Schiavonia. Il giovane ha avuto una grave crisi. Il suo cuore è andato in arresto. Medico e infermieri hanno provato a rianimarlo sul posto ma non c'è stato nulla da fare. Cinquanta minuti dopo lo sparo letale hanno dovuto arrendersi.
IL FERITO Stefano Sarto è stato dimesso in giornata dall'ospedale di Schiavonia dopo aver completato tutti gli accertamenti clinici. Il brigadiere del Radiomobile di Este soffre di una frattura composta alla teca cranica, ha la mandibola fratturata in due punti e sei costole rotte o incrinate, con complicazioni alla milza, e pesanti ecchimosi al volto. Gli è stata diagnosticata la guarigione in trenta giorni. Quando il collega Pegoraro ha sparato Sarto era praticamente esanime. Il brigadiere ha seriamente rischiato di morire sotto le bordate di Guerra che, dopo averlo immobilizzato con le ginocchia ed essergli saltato sopra, l'ha ripetutamente colpito al volto e alla testa con la manetta d'ordinanza e con una grossa pietra, rinvenuta poi sul posto, con varie macchie di sangue. È quindi impossibile che possa aver sparato da terra al buttafuori, come sostenuto da un paio di testimoni. A suo carico la Procura di Rovigo non avrebbe individuato alcuna responsabilità.

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