Il boss della holding patteggia cinque anni

Giovedì 24 Aprile 2014
Cinque anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale per la durata della pena. Ha patteggiato il massimo Giuseppe Catapano, il boss della holding campana che rilevava le aziende destinate al fallimento attraverso un sistema mirato al guadagno facile, con la conseguenza di danneggiare i creditori e l'erario. C'è stato un aumento di qualche mese rispetto alla sentenza del 2011 (quattro anni e cinque mesi), poi annullata dalla Cassazione per un vizio di forma, perchè sono aumentate nel frattempo le imputazioni a suo carico. Il boss resta detenuto. Davanti al giudice dell'udienza preliminare Chiara Bitozzi sono state definite le posizioni di altri personaggi chiave dell'inchiesta: Carmine Vincenzo Catapano, fratello del boss e tuttora in stato di detenzione, ha concordato una pena di tre anni e sei mesi di reclusione (con un aumento di due mesi rispetto alla sentenza del settembre 2011), mentre Luca Montanino, ai domiciliari, si è accordato con la pubblica accusa su tre anni e due mesi di reclusione. Entrambi sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni. Il giudice ha applicato ai fratelli Catapano e a Montanino anche la sanzione accessoria dell'inabilità all'esercizio di un'impresa commerciale per la durata di dieci anni. Anche Bruno Rizzieri è sceso a patti con la Procura: due anni complessivi, con sospensione condizionale, in continuazione con i reati già giudicati il 22 dicembre di tre anni fa. Il quartetto dovrà pagare le spese legali alle parti civili fallimento Tilocca Srl, Filo Srl, Trivellato Armando, Pistia Srl, Cauzzi Lino e Metal Srl. Patteggiamenti infine anche per tre imputati minori: Salvatore Avitabile (un anno e sei mesi), Vittorio Gallina (dieci mesi), entrambi con il beneficio della sospensione, e Francesco Scisci (sei mesi, convertiti in una multa di 6.840 euro).
In udienza preliminare erano stati riunificati i due filoni della complessa inchiesta, contraddistinta da una sequela di bancarotte. La Procura aveva dovuto preliminarmente stralciare una decina di imputazioni, trasmettendo i fascicoli per competenza ad undici diverse Procure. Altri quattro imputati hanno ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato. Ma il grosso delle posizioni - una cinquantina in tutto - verrà definito in dibattimento. La holding dei Catapano dava ospitalità ad imprenditori ed affiliati ai clan camorristi Gionta di Torre Annunziata e La Torre di Mondragone. Scoprendo l'escamotage finanziario costituito da una serie di "scatole cinesi" gli inquirenti avevano accertato 18 episodi di bancarotta fraudolenta e 13 di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, avvenuti tra il luglio 2009 e il luglio 2011, per complessivi 39 milioni di euro.