I leghisti: «Non dovete entrare», poi la polizia li "sposta" dai cancelli I migranti: «Qui è troppo sporco»

Sabato 4 Luglio 2015
(L.M.) È iniziata a metà mattinata la lunga giornata che ha visto protagonista l'ex Caserma Prandina dove erano attesi nuovi gruppi di profughi dopo quelli arrivati giovedì.
«Verso le 17 l'altro giorno ho visto passare un gruppetto di immigrati, tutti nigeriani penso, erano ben vestiti - dice un residente di Corso Milano - venivano dalla Prandina ma non li ho più visti tornare». Ma c'è anche chi non protesta e si schiera senza se è senza ma dalla parte dei profughi. «Per noi sarebbe importante che alla Prandina si costruisse il parcheggio - dice Paolo Mazzon parrucchiere ma ci dobbiamo abituare: li abbiamo depredati per secoli ed è giusto che si vengano a riprendere ciò che gli spetta». «Io ho il bar qui (via Savonarola) per ora non ci sono problemi» commenta Beatrice Camporese. Davanti all'ingresso di via Orsini della Prandina intanto entrano ed escono giardinieri e i vigili del fuoco, tutti impegnati nella preparazione della struttura. Alle 12 si presenta il sindaco Massimo Bitonci con l'assessore Saia e alla spicciolata commercianti e residenti. Saia ribadisce che la Prefettura opera senza avvisare nemmeno l'amministrazione mentre ai vigili arrivano decine di telefonate di cittadini arrabbiati, che trovano «assurda» la sistemazione a ridosso del centro storico.
«C'è grande preoccupazione per l'inserimento nel tessuto urbano - commenta Bruna Gallo associazione Gattamelata - il disegno è quello di lasciare che se ne vadano indisturbati per la città». Michele Pettenello ha un negozio in zona Duomo. «Non è questo il sistema - dice - si prendono le persone e poi si lasciano senza pensare alle conseguenze di questi scarichi in prossimità del centro storico». Alle 13,30 arriva Massimiliano Pellizzari presidente dell'Acc (associazione commercianti). «Quello che sta accadendo è di una gravità inaudita - commenta - rivendichiamo l'area Prandina da 20 anni e ora di fatto ce la stanno espropriando, siamo pronti a fare le barricate».
La situazione si tranquillizza, fino alle 15 quando arriva un funzionario della Prefettura che impedisce l'accesso a chiunque e tornano giardinieri, operai dell'Enel e alcuni camion che scaricano bagni chimici e docce prefabbricate. Un militare, della Prandina vuole capire a fondo la situazione. «Viviamo a ridosso della rete che divide la parte non utilizzata - spiega - alcuni immigrati sono stati portati via perché ammalati, noi abbiamo i bambini». Circostanza confermata da Saia: sei immigrati soccorsi affetti da febbre alta. Alle 16,30 anche l'assessore Stefano Grigoletto prova ad entrare per capire che lavori sono in corso ma anche per lui arriva il diniego. «Nemmeno in caso di calamità naturale abbiamo visto le istituzioni muoversi con questa efficienza» commenta. Alle 17, la Lega Nord, monta un gazebo e parte il presidio. Alle 18,13 arriva il pullman con sopra circa 40 giovani di colore. Dal presidio si cerca di impedire l'accesso. Maurizio Meridi, più veloce degli altri tenta di correre verso il pullman ma viene bloccato dalla Polizia. Gli immigrati scendono all'interno ma dopo una ventina di minuti partono le proteste. Per diverse volte tentano di forzare il cancello per uscire in città mentre i poliziotti lo tengono chiuso. «Qui c'è sporco e abbiamo fame» dicono. Alla Prandina puzzolente e semidiroccata, nonostante la sistemazione d'urgenza, non ci vogliono stare. Gli agenti li bloccano, poi vengono fatti risalire in corriera e partono verso un'altra destinazione nella Bassa padovana.

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