I due pusher erano i fornitori abituali dei minorenni

Venerdì 29 Agosto 2014
(L.I.) Hanno dichiarato al giudice di essere stati tratti in inganno dall'ultimo acquirente. Credevano fosse maggiorenne. In realtà avevano ceduto il classico spinello al prezzo di cinque euro ad un 14enne di origini romene. Sono stati convalidati gli arresti dei due tunisini, difesi dall'avvocato Elisabetta Costa, pizzicati a spacciare droga davanti al patronato di San Carlo. Il gip Cristina Cavaggion ha disposto la custodia cautelare in carcere per Mohamed Hassin, trent'anni, mentre al complice Mohamed Meki, 19 anni, è stato imposto il divieto di dimora in Veneto. Il più giovane si è assunto la responsabilità per la detenzione dello stupefacente sequestrato durante la perquisizione domiciliare nel tentativo di scagionare l'amico. Tutto inutile in quanto Hassin, a causa di un precedente specifico, è rimasto dietro le sbarre.
Dalle indagini è emerso come i due avessero un discreto giro di clientela a San Carlo. Erano in grado di rifornire i ragazzini di piccoli quantitativi di hashish e cocaina. Li aspettavano quasi sempre nelle vicinanze del patronato. La circostanza era stata ripetutamente segnalata dai residenti alle forze dell'ordine. Troppi i minorenni che consumavano la "paghetta" in stupefacenti. Alcuni sono stati convinti dai carabinieri dell'aliquota operativa a fare il nome dei loro abituali fornitori. In questo modo gli investigatori dell'Arma hanno potuto confezionare la trappola ai due tunisini.

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