Genitori, figlie e sei nipoti: in dieci nella casa a 12 euro

Martedì 13 Ottobre 2015
«Viviamo qui dal 1995, quando ci è stato assegnato l'appartamento. L'affitto è di 12 euro al mese perché è calcolato in base al reddito familiare. Paghiamo regolarmente anche le spese di condominio. Certo sono pochi soldi, ma senza un lavoro diventa difficile versare anche quelli. Ci aiutano la Caritas ed il parroco». La famiglia di Giampaolo Moretti, uno dei componenti della "banda dei kalashnikov" che ha seminato il terrore nei supermercati di mezzo Veneto, è stupita dal clamore suscitato. Anzi, lamenta che l'alloggio pubblico di via Cantele 27 è pure stretto. Sì, perchè oltre a Giampaolo Moretti e alla moglie Rosanna, pure lei finita nei guai per avere nascosto i mitra usati nelle rapine, vivono pure due figlie di 29 e 23 anni ed i loro sei figlioletti.
«Nel condominio ci abitano molti anziani infastiditi dai nostri bambini - attacca la figlia minore di Moretti dopo averci accolti in casa -. In questo palazzo gli appartamenti sono tutti delle stessa metratura. E mentre noi ci stiamo stretti, in alcuni ci abita anche solo un anziano».
«Mio marito ha piccoli precedenti» interviene subito Rosanna Moretti, che perà viene interrotta a sua volta dal marito: «Ma non ho mai ammazzato nessuno. Si può sbagliare, io ho pagato e ora vorrei solo un lavoro stabile». «Chi ha dei precedenti penali dovrebbe essere aiutato a reinserirsi nella sociètà - riprende la donna -. Invece trovare lavoro è impossibile. Appena uno scopre che hai avuto problemi con la giustizia, ecco che arriva il "no"».
«Se mi danno un lavoro io inizio subito - riprende Giampaolo Moretti -. Sono anche iscritto all'ufficio di collocamento, ma non mi chiamano mai. Che so fare? Il giardiniere. Ma ho anche lavorato in un'impresa di pulizie. La verità è che preferiscono prendere i "neri" così li pagano meno. Noi non siamo razzisti, conosciamo cosa significhi essere discriminati, ma questa è la realtà».
E allora come tira avanti? Giampaolo Moretti lo ammette candidamente: «Ho fatto tanti lavori diversi, stando qualche mese in un posto, qualche altro in un altro, sempre in nero. Alla fine mi sono comprato un camion e ora commercio ferro vecchio, ma vorrei un vero lavoro».
Accanto a mamma e papà ci sono le due ragazze, una delle quali a sua volta è finita nei guai assieme alla mamma per aver nascosto i mitra. «Sono cinque anni che presento la domanda per aver un alloggio tutto mio, ma inutilmente - racconta la ventinovenne -. Eppure ho 3 bambini, e uno è anche ammalato di cuore. Ho presentato i certificati del pediatra dove dice che il mio bambino dovrebbe vivere in una casa a piano terra, ma non serve a nulla. All'ufficio casa del Comune sanno in quanti siamo in questo alloggio, però le assistenti sociali non intervengono, forse siamo discriminati perché siamo italiani».
Anche la figlia minore dice di aver bisogno di un alloggio ma come la sorella non riesce ad ottenerlo: «Io dormo in una camera piccola con i miei bambini. Non trovo un lavoro perché quando sentono che ho tre figli non mi assumono. Abbiamo bisogno di una casa nostra, questa è affollata ed è pericolosa per i piccoli. Guardate il bagno: ha il water addossato alla finestra, un bimbo può arrampicarsi e cadere di sotto, dobbiamo sorvegliarli costantemente». «Questa è la nostra situazione - chiude Rosanna Moretti -: siamo senza lavoro nonostante continuiamo a cercarlo e non abbiamo un reddito fisso, ma paghiamo l'affitto e le spese di condominio puntualmente».
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci