Firme false, Pavanetto a giudizio

Giovedì 29 Gennaio 2015
Altro processo in vista per l'ex assessore provinciale alla Sicurezza Enrico Pavanetto, 41 anni, con residenza a Piazzola sul Brenta. L'ex amministratore della giunta Degani, consigliere comunale tuttora in carica a Vigodarzere, esponente di Fratelli d'Italia, è stato rinviato a giudizio per una vicenda analoga a quella per cui si trova già alla sbarra con altri sei esponenti del centrodestra padovano. Il prossimo 7 maggio dovrà difendersi davanti al giudice monocratico Tecla Cesaro dall'accusa di aver certificato come autentiche 13 firme non riconosciute dai sottoscrittori delle liste di candidati del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore in occasione delle ultime elezioni politiche, quelle del 24 e 25 febbraio 2013. Come nell'altro procedimento, Pavanetto non ha richiesto riti alternativi. È convinto di poter dimostrare l'insussistenza delle accuse che gli vengono rivolte dal pubblico ministero Sergio Dini. Il giudice dell'udienza preliminare Domenica Gambardella ne ha quindi disposto la citazione a giudizio.
L'autenticazione delle firme, allegata al documento di presentazione della lista, era stata depositata all'ufficio elettorale della Corte d'Appello di Venezia. La raccolta delle sottoscrizioni sarebbe avvenuta tra il 9 e il 13 gennaio di due anni fa, nei comuni di Vescovana, Anguillara e Boara Pisani. Pavanetto, difeso dall'avvocato Leonardo Mazzucato, è accusato di aver violato la legge 361/57, ovvero la normativa che disciplina le elezioni politiche e regionali. In qualità di pubblico ufficiale, avrebbe autenticato moduli in cui compaiono tredici falsi sottoscrittori delle liste del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore. Rischia una pena oscillante tra uno e sei anni di reclusione.
Il caso è analogo a quello per cui l'ex assessore provinciale si trova già a processo, in compagnia dell'assessore comunale Stefano Grigoletto, del sindaco di Correzzola Mauro Fecchio, di Luisella Rettore, Vittorio Aliprandi, Mauro Spigarolo e Gianfranco Vezzaro. Sono tutti accusati di aver autenticato moduli in cui compaiono falsi sottoscrittori delle liste del movimento Forza Nuova, in occasione delle elezioni regionali del febbraio 2010. Trentaquattro in tutto le sottoscrizioni non confermate dai diretti interessati.

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