Fatture fasulle nella ditta del marito, così è nata l'inchiesta sull'impiegata

Mercoledì 16 Aprile 2014
(L.I.) E' decollata casualmente l'inchiesta che ha portato all'arresto di Pasqua Rostin, la sessantunenne funzionaria dell'Agenzia delle Entrate accusata di aver incassato una mazzetta da 16mila euro per insabbiare le cartelle esattoriali di Equitalia ed evitare conseguenze di natura penale a due imprenditori di Loreggia. La Guardia di Finanza è arrivata alla piccola azienda meccanica dell'Alta durante un accertamento di natura contabile nella società amministrata dal marito di Pasqua Rostin. È stata una falsa fatturazione del 2012 ad insospettire gli investigatori. Messi alle strette, i due fratelli imprenditori si sono decisi a vuotare il sacco. Hanno consegnato alle Fiamme gialle un dvd contenente la registrazione di un colloquio con la funzionaria delle Entrate. Fratello e sorella erano in ansia per le difficoltà in cui versava l'azienda mentre Pasqua Rostin continuava ad agitare gli spettri di possibili conseguenze di natura penale, paventando addirittura il rischio di un arresto. Dalla conversazione emergerebbero con chiarezza i pagamenti effettuati dalla madre dei due imprenditori. Cinquemila euro in una prima occasione, altri cinquemila poco tempo dopo, sempre prelevati dai risparmi familiari. Poi la terza mazzetta, mascherata con la fattura da 6mila euro che ha dato il via alle indagini della finanza. E non si tratterebbe di un caso sporadico. La Procura ha scoperto che un altro indagato per violazione fiscale ha ammesso in sede di interrogatorio come le fatture emesse dalla ditta del marito della Rostin nel 2010 si riferissero a prestazioni mai eseguite. Non solo. Le fatture sarebbero state regolarmente pagate con assegni bancari incassati dalla Rostin. Secondo il giudice Mariella Fino, che ha spedito la donna agli arresti domiciliari nella sua abitazione di via Brunelleschi, in città, con l'accusa di concussione per induzione, quest'ultima si sarebbe resa responsabile di «condotte non occasionali ma rodate e sistematiche» in cui «si pone come consulente per tutte le tematiche fiscali e societarie» ed «è allarmante il suo ruolo nell'ambito dell'attività imprenditoriale del marito, utilizzata proprio per giustificare parte degli incassi illeciti, mediante la fatturazione di operazioni inesistenti».
Pasqua Rostin avrebbe agito con cinismo e spregiudicatezza in particolare nei confronti dell'anziana madre dei titolari della ditta, riuscendo a farsi consegnare 16mila euro da una famiglia in difficoltà finanziarie. Ieri la Direzione provinciale dell'Agenzia delle Entrate ha comunicato che, a seguito di un'indagine interna, la donna era già stata sospesa dal servizio per un mese, disabilitata dall'utilizzo delle banche dati e trasferita in segreteria, con mansioni di smistamento del pubblico. La funzionaria avrà domani la prima opportunità di raccontare la sua verità. Alle dodici è in programma l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Mariella Fino. Ad assisterla ci saranno gli avvocati Claudio Mazzoni e Gianfranco Rondello.