Fallimenti illegittimi, Della Valle vuole i danni

Martedì 13 Gennaio 2015
Fallimenti illegittimi, Della Valle vuole i danni
I fallimenti delle società di Francesco Della Valle furono viziati da gravi illegittimità. È la clamorosa novità emersa dalle pieghe del processo a carico del 73enne imprenditore padovano, già consigliere delegato di Fidia, dei consiglieri d'amministrazione e dei sindaci delle varie società del gruppo, accusati di bancarotta. A vent'anni dai crac di Valdefin Spa, finanziaria di famiglia, della capogruppo operativa Lifegroup e delle controllate Dermalife Spa e Researchlife Spa sta emergendo una realtà ben diversa. Francesco Della Valle si sta battendo con tutte le sue forze per ottenere giustizia. Un primo parziale risultato l'ha ottenuto qualche settimana fa. I consulenti del Tribunale di Roma, che dovrà esprimersi sull'azione di responsabilità promossa da Della Valle nei confronti dello Stato, hanno accertato che le quattro società avevano tutte le carte in regola per non fallire. Secondo l'ingegner Sergio Olivieri e il dottor Gianmarco Boccanera Valdefin Spa, Lifegroup Spa, Dermalife Spa e Researchlife Spa vantavano complessivamente un attivo pari a dieci milioni di euro. Le sentenze di fallimento pronunciate tra il 1995 e il 1996 sono state tutte revocate dalla Corte d'Appello di Venezia dieci anni dopo (17 e 18 febbraio 2005). Ma oltre ai vizi di natura procedurale stanno ora emergendo ragioni sostanziali. Il gruppo Della Valle stava effettuando cospicui investimenti nel campo della ricerca e dei brevetti quando la scure del tribunale fallimentare ne interruppe irrimediabilmente l'ascesa. Lifegroup e le altre società di famiglia si apprestavano a creare uno dei primi colossi farmaceutici italiani. Francesco Della Valle, assistito dall'avvocato Roberto Boev, ne ha fatto una questione di principio. E ha presentato allo Stato italiano un conto salatissimo: quattordici milioni di euro, ovvero l'ammontare dell'attivo delle quattro società fallite oltre a interessi e rivalutazione monetaria.
La delicata battaglia si sta giocando su due fronti. Davanti ai giudici della prima sezione del tribunale penale di Padova stanno sfilando i consulenti di parte. Ieri è toccato al dottor Giuseppe Righi, esperto nominato da Della Valle, contestare le ricostruzioni patrimoniali e contabili compiute dal dottor Carlo Pampaloni, consulente della Procura e dalla curatrice fallimentare Silvia Sanero Casalini. Sono emerse stime molto diverse tra loro. Tanto che alla prossima udienza il tribunale potrebbe sciogliere la riserva e nominare un suo consulente, in grado di fare luce sulla situazione patrimoniale e contabile della finanziaria Finlife Srl, e delle controllate Infolife Srl, Idim Srl e Agrilife Srl, delle cui bancarotte per distrazione sono chiamati a rispondere, oltre a Della Valle, i membri dei collegi sindacali Sergio Cecchinato, 65 anni, di Abano, Antonio Di Nardo, di Pennapiedimonte (Chieti), Francesco Perrotta, 71 anni, di Roma, Peppino Profeta, 54 anni, di Guglionesi (Campobasso), Agostino Siviero, 71 anni, di Abano, Giuseppe Tinelli, 61 anni, di Lecce e Silvana Lorenzi, 62 anni, di Napoli.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci