Due spaccate in cinque giorni «Ho trovato il "covo" nei campi»

Venerdì 4 Settembre 2015
(M.G.B.) «Per un momento mi è venuta voglia di mollare tutto. Quando è troppo, è troppo. Ora sto cercando di reagire, mi rimboccherò ancora una volta le maniche, ma lo sconforto è grande». È comprensibile l'amarezza di Arturo Scattolin, 44 anni, padre di famiglia, che nel giro di pochi giorni si è visto svaligiare per due volte il bar tabaccheria "Sottovento", a Brusegana. Due spaccate in cinque giorni: copione molto simile per non dire identico, bottino dell'ultima incursione notte fortunatamente meno ingente ma danni comunque notevoli. Un altro "colpo" era stato messo a segno nel gennaio dello scorso anno.
L'allarme è scattato alle 3.30 in via Ss. Fabiano e Sebastiano 34. Il proprietario è stato svegliato di soprassalto dallo squillo del telefono, la Volante è accorsa subito sul posto. Ma dei banditi, in pochi minuti, non c'era già nessuna traccia. Dopo aver tagliato la saracinesca, hanno sfondato il vetro del locale con un tombino e arraffato una slot machine, 200 euro di fondo cassa e "Gratta e vinci" per tremila euro. «Li avevo appena ricomperati dopo il furto appena subito - racconta Scattolin - Per fortuna, circa 600 euro erano già stati venduti». Nella notte tra venerdì e sabato scorsi i ladri si erano portati via 25mila euro di sigarette, 7mila euro di "Gratta e Vinci" e 2 euro dai cambiamonete.
Secondo il titolare non ci sono dubbi: la banda è la stessa. «Nel campo dietro il bar ho scoperto vicino al fosso, nello stesso punto, le slot rubate nei due diversi colpi. Inoltre è chiaro che i malviventi si sono creati lì una sorta di "covo" in attesa poter agire. Ci sono anche mozziconi di sigaretta. È già intervenuta la Scientifica per i rilievi».
Il bar tabaccheria "Sottovento" è dotato di un sistema di videosorveglianza, e il titolare spera che dalle immagini le forze dell'ordine possano ricavare qualche indizio utile. «Anche questa volta, come pochi giorni fa, ho deciso di dormire qui, in attesa che il danno venga riparato. Certo che questo senso di insicurezza, rischia di portare all'esasperazione. Pensi che mio figlio, di neppure tre anni, ha già capito: ormai quando sente squillare il telefono alla sera tardi si spaventa».

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