Dall'ex Inps alla zip: già 18 nuove domande per i centri commerciali

Giovedì 23 Ottobre 2014
Che ne direste se al posto del palazzo dell'Inps nascesse un grande centro commerciale? Sono cinque piani, quasi 10mila metri quadrati, il doppio della Rinascente. E magari potremmo farne un altro nel palazzo in via Emanuele Filiberto che confina muro contro muro con l'ex Supercinema, ristrutturato da Benetton.
Ma non è finita. Si potrebbe anche aprire un parco commerciale nella zona intorno al cavalcavia Sarpi-Dalmazia, perché no? E se qualcuno avesse voglia di fare un giretto potrebbe trovare una grande struttura in prima strada in zona industriale. Mentre è già sicuro che una grande struttura di vendita l'amministrazione precedente l'ha fissata sotto forma di parco commerciale nella zona di proprietà comunale al Borgomagno (via Ticino e dintorni) dove è già previsto un piano di riqualificazione urbanistica.
Non è fantascienza ma sono alcune delle diciotto richieste arrivate in Comune da società e privati che vogliono aprire medie e grandi strutture di vendita in città. La precedente Giunta non ha preso posizione e ora il sindaco Bitonci si trova nella scomoda posizione di doverle valutare. «Noi non abbiamo intenzione di aggiungere nulla alle previsioni, ma abbiamo bisogno di sapere qual è lo stato reale dei fatti prima di prendere decisioni. Per questo abbiamo fatto un avviso: entro il 15 novembre chi è realmente interessato ci deve rispondere, dopo valuteremo,. Noto il silenzio delle associazioni di categoria. Ho chiesto le loro osservazioni, ma inutilmente. Di sicuro non farò aprire nulla alla zip».
L'incubo dei centri commerciali che sta per abbattersi sui piccoli negozi si deve alla legge regionale 50 del 2012 che recepisce una direttiva europea che assegna con priorità la nascita di nuovi insediamenti nei centri storici e urbani, ovvero nei centri abitati.
L'obiettivo è chiaro: riqualificare zone di degrado. Ma questo si sta traducendo in una liberalizzazione alla quale occorre una volontà politica precisa per opporsi. Il Comune così può individuare le aree che considera degradate all'interno del "centro urbano", poi acquisire le proposte dei privati che vogliono investire e infine stabilire quali sono le aree di insediamento delle strutture.
In centro storico il caso più clamoroso è quello del palazzo dell'Inps che è della società Champion Re srl di Fabio Parancola, imprenditore padovano che cura gli interessi di alcuni calciatori. Ha chiesto la trasformazione in grande sttuttura, ad oggi accoglibile, con la sola riserva di trovare la dotazione di parcheggi necessaria. Stessa cosa per la ditta Par.fin spa (sempre di Parancola) che ha richiesto la trasformazione del palazzo di via Filiberto 14. O per la Capital Berry che ha chiesto la trasformazione di un'area in Prima Strada alla Zip (concessa media struttura ma senza alimentare).
Fra le domande sospese nella bozza del piano commerciale ci sono nomi eccellenti. Proprio Decathlon infatti ha chiesto il raddoppio della superficie con trasloco in via S. Crispino, in area Pt4 ai margini della zip.
La Ifip che nell'area dietro al tribunale dove metterà una media struttura ne vuole in verità una grande. I fratelli Lando chiedono un ampliamento in zona industriale. E Bruno Basso nella zona di via Ponticello a Padova est.
Le Acciaierie venete invece propongono la trasformazione dell'area su via Friburgo e Maroncelli in grande struttura. Addirittura c'è chi vuole creare una media struttura in via S. Marco trasformando la ex chiesa di S.Lazzaro e la casa canonica.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci