Dai 200mila piatti sfornati ogni giorno fino al super centro cottura di Boara: così Putìn è diventato il re della ristorazione

Giovedì 21 Agosto 2014
(F.Capp) Era il gennaio 2010 quando in pompa magna venne inaugurato il centro di cottura di Boara Pisani: taglio del nastro affidato all'allora governatore del Veneto Giancarlo Galan, in prima fila i direttori generali Adriano Cestrone (Azienda ospedaliera, il cui mandato poi è andato a scadere il 31 dicembre 2012), Fortunato Rao (Ulss 16, deceduto il 28 settembre 2011, sostituito per un anno e tre mesi dallo stesso Cestrone), Piercarlo Muzzio (Istituto oncologico veneto, che a dicembre 2013 ha rinunciato anzitempo alla poltrona).
«Avere il nostro Pùtin ci piace»: volutamente anticipò l'accento il presidente Galan abbracciando Mario Putìn, "mister Serenissima", il mago della ristorazione da 200 milioni di euro di fatturato che quattro anni fa diede vita all'ultimo dei suoi preziosissimi gioielli, il nuovo centro di cottura a risparmio energetico di Boara, il più grande d'Italia, maxi-struttura di 4.500 metri quadrati capace di produrre quotidianamente 30mila pasti con caratteristiche igieniche, organolettiche e nutrizionali al top. Tra i menù sfornati ogni giorno, anche l'intero "pacchetto vitto" reso ai pazienti di Azienda ospedaliera e Ulss 16 che così si liberarono delle cucine interne, ricavando spazi ad uso strettamente sanitario, un'operazione alla quale si aggiunse lo Iov, vigendo a quell'epoca l'interaziendalità in alcuni ambiti strategici. A monte della nuova struttura un investimento di 20 milioni di euro, ai "fornelli" trecento nuovi dipendenti e una modernissima sfida vinta: il cook-and-chill, sistema di cottura e refrigerazione che consente la preparazione di alimenti per fasi: cottura delle pietanze, abbattimento rapido, stoccaggio e conservazione in cella frigorifera a una temperatura compresa tra zero e tre gradi per una durata massima di cinque giorni, trasporto, riscaldamento dei vassoi personalizzati nei singoli reparti e distribuzione al letto del malato. «Questo è il mio personale Passante - disse allora Putìn riferendosi al Passante di Mestre realizzato, appunto, dalla giunta Galan - e ringrazio di cuore mia moglie, i miei quattro figli che lavorano nell'azienda e quanti hanno creduto in me. Sono partito 25 anni fa con una piccola attività che produceva 250 pasti al giorno: ci siamo lanciati e abbiamo perseverato. Oggi diamo lavoro a 5 mila dipendenti tra Italia, Spagna e Polonia sfornando 10 milioni di pasti l'anno». E ispirandosi alla «legge del buon Samaritano», come la chiamò lui, per l'utilizzo delle eccedenze dei pasti il manager della buona tavola non dimenticò mai la solidarietà: per tre anni ha offerto gratis il servizio di refertazione scolastica ai bambini dell'asilo e della scuola materna di Onna, per dodici mesi ad un'infermiera etiope a Padova per seguire uno stage. Del resto, con l'operazione-Boara il fatturato era destinato a salire di altri 50 milioni di euro. Oggi la Serenissima ristorazione sforna nel complesso 200 mila pasti al giorno, compresi quelli serviti nelle mense del Vaticano.

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