Coin: «Semplici contatti senza un vincolo reale»

Sabato 7 Marzo 2015
(M.G.) La tesi di Padovafiere è lineare: Coin ci tradiva e Veronafiere lo sapeva. Anzi lavorava nell'ombra con lui. L'ex ad, 50 anni, non ha tardato a farsi sentire, insieme ai suoi avvocati, Davide Gianella e Gianluca Masiero. «In aprile i francesi di Gl Events mi comunicano che vogliono cambiarmi di ruolo. A maggio vengo colto da infarto. In quel periodo mi guardo intorno, non è reato, credo. E non nego i contatti con Verona. Ma tra questo a organizzare la fiera ce ne passa. Ovvero i contatti sono stati perfezionati solo dopo il mio licenziamento. Tanto è che vero che è stata pubblicizzata solo una parte delle mail. Successivamente a quelle citate su consiglio di Verona sono andato da un avvocato per capire se potevo liberarmi ma la risposta è stata che ero vincolato dal patto di non concorrenza. Dunque non si è fatto più niente fino a quando non sono stato libero. Se avessero fatto valere il Patto non avrei potuto organizzare nulla».
Padova afferma che ha "rubato" il database degli espositori. Non il semplice indirizzarioma dati coperti da segreto, dai prezzi ai dettagli dei contratti. «Faccio fiere da vent'anni non ho bisogno di nulla. Meno che mai per questa che ho inventato io e difeso dall'attacco di Verona nel 2012 (con Eica ndr)». E i suoi rapporti con Valsecchi? «Non ci sono informazioni di nessun tipo di natura commerciale relative ad ExpoBici. Dove sta il famoso furto?».
Allora qual è la manovra secondo lei? «Nascondere il fatto che non c'è partita fra Cosmobike a Verona con 300 espositori già dichiarati e con contratto, e Padovafiere. Tra una manifestazione fatta da professionisti con un progetto serio e un'altra da un'azienda che non ha fatto evoluzione. Dunque lo scopo è difendere le pecche di un'organizzazione che mostra dei limiti».
Anche il direttore commerciale di Veronafiere Diego Valsecchi ha commentato ieri l'iniziativa di Padova. «Noi pensiamo di agire sempre nella legalità. Siamo in un libero mercato dunque quando un professionista si mette sul mercato noi lo ascoltiamo. Abbiamo chiesto se poteva liberarsi e solo quando ha potuto abbiamo cominciato. Un Salone sulle Bici Verona lo ha sempre voluto fare, dunque l'interesse c'è sempre stato. Però per chiedergli di organizzarlo doveva esserci una possibilità concreta».
Per quanto riguarda l'invito al presidente Riello a bloccare la manifestazione viste le premesse? «Riello è all'estero, lo avviseremo. Ma l'organizzazione andrà avanti. Però dal momento che il tono del confronto è decisamente scaduto decideremo presto se e come tutelarci».

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