BusItalia-Aps, pronta la fusione

Lunedì 24 Novembre 2014
BusItalia (la società delle Ferrovie che ha comprato la vecchia Sita) e Aps Holding interamente partecipata dal Comune stanno per dare vita alla fusione che era ad un passo dal naufragio nella primavera scorsa, dopo la mancata approvazione in consiglio comunale a guida centrosinistra. Un matrimonio assolutamente necessario per fare massa critica e partecipare a norma di legge al bando 2015 per l'assegnazione della gestione del trasporto pubblico, senza vederselo scippare nagari da qualche altra società italiana o straniera.
In questi mesi il nuovo management di Aps a partire dal presidente Paolo Rossi ha lavorato dietro le quinte per ricucire il dialogo con BusItalia e preservare soprattutto i rapporti di forza tra le due società che era stato fissato in 56 per cento BusItalia a e 44 per cento Aps. Si temeva un deprezzamento e quindi un indebolimento della parte padovana nel matrimonio che si deve saldare con l'avvio di una newco. Invece sembra che da una parte la politica di risanamento economico e la revisione dei costi interni (ricordiamo il buco di 3,9 milioni nel bilancio) e dall'altra l'arrivo di nuovi fondi dalla Regione per 1,7 milioni per l'acquisto di nuovi autobus e la ripartizione del fondo per i trasporti dovuto al tram abbiano migliorato la nostra posizione finanziaria di circa 4 milioni al punto che il rapporto alla fine potrebbe arrivare a un 45-55 o forse anche di più.
Il segnale che l'accordo è vicino (alcuni dicono che l'intesa sarebbe già stata siglata informalmente, altri che vi sono ancora distanze legate alle garanzie che Bus Italia vuole per tre anni riguardo ai contributi regionali) è stata la lettera inviata il 12 di novembre ai dipendenti. Ma se il sindaco qualche giorno fa ha detto che: «Entro Natale il Consiglio approverà la fusione», facendo due conti la firma è dietro l'angolo.
Del resto il matimonio è necessario ad entrambe. BuItalia Sita Nord che ha acquisito prima alcune società di trasporto della Lombardia poi di Firenze e dell'Umbria e che potrebbe inglobare anche Atac Roma 19mila dipendenti e Atm Milano altri 9mila, si avvia ad avere un terzo dei dipendenti del trasporto pubblico italiano. Da noi entrerebbe con una newco chiamata BusItalia Veneto nel quale secondo gli accordi porterebbe un capitale di 6 milioni. Gli altri cinque li metterebbe Aps scorporando il ramo del trasporto dagli altri (TeleRete, forni crematori ApsAdvertising, proprietà dei mezzi e della rete tramviaria) e portando in dote 514 dipendenti 220 bus e 16 tram legandoli ai 360 bus e 470 dipendenti di BusItalia. Ovviamente la newco pagherebbe un canone per "l'affitto" di vagoni, officine e sedi di circa 3,5 milioni di euro. Ne verrebbe fuori una società da 100 milioni di fatturato «che potrebbe essere l'inizio di una aggregazione a livello regionale» ha detto Bitonci.
I Patti tra le aziende sono in dirittura, forse saranno presentati già per la fine del mese. Resta il nodo dei sindacati che avevano promosso la prima fase visto che garantiva 500 euro in più in busta paga rispetto a BusItalia. Vedremo se le condizioni rimarranno le stesse, ma non sono ancora stati coinvolti.

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