Bitonci: «Ecco come libererò la città da nomadi e accattoni»

Venerdì 25 Luglio 2014
Il primo faccia a faccia di Bitonci con il prefetto e le forze dell'ordine al tavolo del Cosp (Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica) ha lanciato ieri le linee di intervento che il sindaco desidera per obbedire alla parola d'ordine che si è dato: pulizia. Un sindaco dovrebbe occuparsi di marciapiedi e scuole. Invece da noi si deve occupare di nomadi, cinesi e profughi. Ma sono i tempi. Dopo quasi quattro ore di riunione Bitonci e l'assessore alla Sicurezza Maurizio Saia hanno fatto il punto.
CAMPI NOMADI

Dopo il sequestro del "tesoro" dei nomadi di via Longhin nel campo gestito dal Comune Bitonci ha annunciato: «Ci sarà un tavolo tecnico in Prefettura per una verifica degli occupanti e per la pulizia». Nel senso vero e proprio del termine. Saia ha precisato subito dopo: «Dobbiamo riportare la legalità in un campo dove l'illegalità ha regnato per dieci anni con il menefreghismo dell'amministrazione. Ma la Procura ha sottolineato la gravità anche igienico-ambientale dell'area. E dobbiamo rispondere».
SALE GIOCHI

È uno dei pallini di Bitonci. «Purtroppo nemmeno la questura può fare molto, lo stato sta andando verso la liberalizzazione di questi esercizi. Ma apriremo un tavolo con la Prefettura e la Questura per studiarne la regolamentazione. Il Comune ad esempio vuole dar vita ad un regolamento urbanistico che le limiti soprattutto in vicinanza di chiese e scuole. Anche una recente sentenza della Consulta ci apre la possibilità di intervenire sugli orari».
CINESI

Il ruolo del Centro ingrosso Cina nel contesto del mercato padovano è stato esaminato nei dettagli. «C'è un'attività di vendita al dettaglio che non dovrebbe esistere all'interno della zona industriale. Faremo una verifica sulla normativa e poi aumenteremo i controlli. La Guardia di Finanza li fa già settimanalmente». «Alla Zip non può esserci un centro commerciale travestito da spaccio per grossisti. Ora vogliono allargarsi, vedremo se ce la fanno, aggiunge Saia.
CONTRAFFAZIONE

Quanto sia importante la lotta aperta dal Comune contro vu cumprà, cinesi e venditori abusivi lo dimostrano i dati che l'assessore Saia ha diramato ieri. È il report degli ultimi quindici mesi di attività della Polizia municipale all'interno di un programma cofinanziato da Ministero e Anci. Ebbene gli articoli che sono stati sottratti al commercio abusivo in totale ammontano a 53.254. Una montagna. Se guardiamo alla tabella sono stati divisi in tre parti. I "rinvenimenti" sono i pezzi che gli agenti hanno sequestrato durante le retate o gli "inseguimenti" (chiamiamoli così). I sequestri amministrativi riguardano pezzi che sono stati venduti da chi non aveva la licenza di operatore ambulante oppure stava in centro storico senza autorizzazione. I sequestri penali sono quelli relativi a materiale contraffatto. E qui siamo nel campo quasi assoluto dei cinesi. Spiccano infatti quasi diecimila prodotti elettrici. Ma fra i sequestri amministrativi troviamo anche oltre 7mila alimentari, segno dei controlli nei negozi etnici e ancora di migliaia di giocattoli, molti di questi provenienti dal Centro ingrosso Cina. A dare il sintomo di quanto profondo sia stato il lavoro un dato che può far sorridere ma è significativo: ci sono anche 2.600 mazzi di fiori.
ACCATTONAGGIO

La sfida è a tutto campo. Bitonci ha solo accennato ad alcuni dati in possesso delle Forze dell'ordine secondo i quali i reati di tipo "predatorio" sono in diminuzione. Ma il sindaco ha annunciato un giro di vite anche contro gli accattoni. «L'accattonaggio molesto dà una maggiore percezione di insicurezza. Faremo una modifica del regolamento di Polizia Municipale per allontanarli».
I PROFUGHI

«Abbiamo ribadito al Prefetto la nostra netta contrarietà all'arrivo dei profughi. E il Prefetto ci ha detto che non chiederà l'inserimento in strutture di proprietà comunale. Abbiano già in carico il programma nazionale per i rifugiati per il quale paghiamo 400mila euro, più i minori non accompagnati che arrivano in città dei quali, per legge, dobbiamo farci carico e che ci sono costati in sette mesi 600mila euro. Non possiamo fare di più pagando poi per le mancanze dello stato». «Nel momento in cui lo stato non ha i comuni che anticipano le spese e danno i servizi non ha molte possibilità.. Non ne arriveranno» chiude Saia.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci