Assalti a banche e auto: ridotta la pena alla banda

Lunedì 4 Maggio 2015
L'organizzazione criminale era stata bloccata il 16 marzo 2013, dopo un folle inseguimento all'alba a 250 chilometri orari sulla A13, all'altezza del casello di Padova Sud. Un far west tra colpi di pistola e auto speronate della Polstrada. Quando sono stati bloccati avevano appena fatto saltare il bancomat della filiale del Credito Cooperativo a Pisignano in provincia di Ravenna.
Catturarli non è stato facile. Hanno distrutto una pattuglia della Polstrada e ferito due carabinieri. I giudici della Corte d'appello hanno ridotto la pena ai tre capi della banda. Otto anni, due mesi e venti giorni di reclusione per Goran Malacarne, Erik Malacarne e Daniel Rizzetto. Il 16 giugno dello scorso i fratelli Goran ed Erik Malacarne, insieme a Daniel Rizzetto, erano stati condannati a dieci anni e sei mesi di reclusione.
Joi Major a tre anni e undici mesi, Lucia Cavazza a un anno e quattro mesi pena sospesa, Pamela Levanovich a un anno pena sospesa e Renato Gazzola a otto mesi. Otto mesi anche a Giuseppe e Sandy Malacarne che hanno chiesto di patteggiare.
Nel padovano la banda aveva tentato un colpo al Credito Cooperativo Trevigiano di Piombino Dese (8 ottobre 2012).
A segno invece l'assalto all'Unicredit di Anguillara Veneta (19 gennaio 2013, bottino di 17mila euro). In quattro occasioni il commando (a Cadoneghe il 27 gennaio e il 15 febbraio 2013, a Limena il 17 febbraio e a Campodarsego il 27 febbraio) aveva preso di mira altrettante vetture parcheggiate in strada, mandando in frantumi il vetro anteriore destro per impossessarsi del telepass.
L'inchiesta era stata condotta dal pubblico ministero Benedetto Roberti. Fondamentali per le indagini sono state le intercettazioni telefoniche e le intercettazioni ambientali. In particolare i discorsi di Erik Malacarne captati nel carcere Due Palazzi.
Nelle conversazioni con la compagna e altre donne dell'organizzazione Erik parla di soldi in gergo chiamati "love", di carabinieri detti "bedi" e di partecipanti agli assalti dei bancomat non di etnia sinti denominati "gagi". La pericolosità della banda è racchiusa in una intercettazione ambientale, sempre in carcere, dove Erik si rivolge così alla compagna Pamela parlando dei carabinieri: «...pensano di trovare i mitra... ne ho io di mitra fin che vogliono... non li trovano no... quando vengo fuori li uso e non mi fermo più... sparo anche io come hanno fatto loro... brutta razza... mi sparano addosso e allora gli sparo addosso anch'io... tre mitra ho io...».

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