A tu per tu con il ladro in veranda

Martedì 7 Luglio 2015
L'insonnia dovuta al gran caldo ha permesso di sventare il furto di una bicicletta. È successo domenica notte in via Pizzolo, a due passi dalla chiesa dell'Arcella, in una delle tanti bifamiliari che caratterizzano la parte più vecchia del quartiere. Una donna è riuscita, grazie all'udito fine e all'istinto, a evitare il furto della sua mountain bike di alta qualità che un ladro stava cercando di portare a termine poco dopo le due.
«Faceva caldo e non riuscivo a dormire - racconta la protagonista della vicenda - Mi sono messa in divano con l'aria condizionata, sperando di addormentarmi guardando la televisione. Ho sentito dei rumori che mi capita di sentire spesso, quelli di un cancello aperto e chiuso. Pensavo fosse il vicino che rientrava». Alzatasi per controllare comunque quello che succedeva, a sorpresa la donna ha visto un ladro intento a scappare con la bicicletta appena sottratta dalla veranda della casa: «Ho alzato la tapparella e ho visto un ragazzo di colore, incappucciato, tutto vestito di nero. Io la bicicletta non la vedevo perchè era coperta, ho visto che armeggiava. Stava cercando di sistemare la bici che aveva il manubrio storto. Quando mi ha visto uscire è scappato. Ho provato a gridargli qualcosa, ma era già fuggito».
Il giovane è riuscito a far perdere le proprie tracce prima che sul posto potessero arrivare gli agenti di polizia, subito chiamati dalla padrona di casa. Nella zona si sono registrati altri tentativi di rubare biciclette nelle case. Furto evitato, mountain bike ancora a casa per futuri giri per i sentieri di colli e montagne, ma comunque paura per l'accaduto.
«Quando ho visto - riprende la donna - che aveva provato a rubare la mia bici ho capito che era arrivato quasi in casa. Se avessi avuto voglia di fumare una sigaretta sarei uscita in veranda e lo avrei trovato all'opera. Era tutto chiuso solo perchè fa caldo e c'era l'aria condizionata. Ma adesso sarà sempre tutto chiuso».
Uno spavento fortunatamente senza conseguenze, che però ha messo in guardia la malcapitata protagonista, suo malgrado, della storia. Soprattutto in questi mesi estivi: «Adesso la bici la tengo in casa, come gli americani - conclude - La cosa che però mi ha sconcertato di più è il fatto che siano arrivati praticamente fino in casa. La sensazione di insicurezza non è data tanto dal fatto che potevano rubarmi una bicicletta di valore, ma che sono arrivati davvero vicini».

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