«Siti disponibili? Nessuno Ci opporremo agli arrivi»

Sabato 3 Ottobre 2015
Sindaci in allarme per l'eventualità che i propri comuni vengano scelti per il convogliamento di altri profughi. A Cittadella non vi è alcuna struttura civile disponibile. Nel caso arrivassero il sindaco Luca Pierobon assicura che «non starebbero un giorno con le mani in mano». A Galliera ferma opposizione all'arrivo di profughi, ma non vi sono edifici pubblici utili all'accoglienza come afferma il primo cittadino Stefano Bonaldo. Per il collega Lorenzo Piotto di Fontaniva «non ci sono strutture per l'accoglienza, anche se non ritengo opportuno oppormi ad iniziative del prefetto, che può accordarsi con privati».
«A Vigonza c'è una struttura che al momento è in difficoltà economiche e non escludo che in un prossimo futuro possa essere scelta come luogo per ospitare i profughi» sottolinea il sindaco Nunzio Tacchetto. Il collega di Loreggia, Fabio Bui, ribadisce che «i migranti sono un problema, è ovvio che nessuno li vuole nel proprio paese, io per primo. Ma succede che per responsabilità certamente di altri (Europa, Governi e Regione), al sindaco venga scaricato, ancora una volta, il fardello di gestire il problema».
«Non abbiamo strutture ricettive in grado di accogliere e dare ospitalità a queste persone» dicono i sindaci di San Martino di Lupari e San Pietro in Gu, rispettivamente Gerry Boratto e Gabriella Bassi. Il sindaco di San Giorgio in Bosco, Bobo Miatello: «Aspettiamo gli eventi. Si parlava di un hub nell'Alta Padovana ma non sappiamo nulla di certo. Dobbiamo dare la precedenza ai profughi prima che ai nostri cittadini? Il prefetto rappresenta lo Stato e il Governo, mentre io rappresento i cittadini, che mi hanno dato mandato di dire no ai profughi».
«I bandi sono rivolti a organizzazioni e cooperative che individuano apposite strutture nei Comuni - sottolinea Giancarlo Piva, sindaco di Este - Non mi risulta ad oggi che ci siano situazioni di questo tipo a Este, e con la prefettura c'è un rapporto costruttivo che mi consente di affermare che qui decisioni calate dall'alto non si determineranno».
«Non mi ha contattato da nessuno - spiega il sindaco di Monselice Francesco Lunghi - Come reagirei se ci venisse imposto di accogliere altri immigrati? Sto giocando d'anticipo con il sindaco di Este, Giancarlo Piva: la nostra idea è chiedere al prefetto di organizzarci per macro aree, ad esempio tra i Comuni dell'Ulss17, e di applicare il concetto di ospitalità diffusa».
Ad Albignasego non è giunta alcuna comunicazione ufficiale circa l'arrivo di profughi: «Non sono mai stato contattato dal prefetto» sottolinea il vicesindaco reggente Filippo Giacinti. E nella cittadina non risultano alberghi dismessi o inattivi. Il Comune di Due Carrare ospita già 32 profughi e anche in questo caso il primo cittadino Davide Moro dice di non essere stato contattato dalla prefettura «e noi abbiamo già dato».
«Non abbiamo spazi comunali in grado di soddisfare arrivi in massa di profughi». A parlare è il sindaco di Saonara Walter Stefan, che nel recente incontro con il prefetto ha delineato la situazione sul suo territorio. A Villatora intanto il parroco don Valentino Sguotti parla ai fedeli: «Dobbiamo tutti metterci una mano sulla coscienza, invito tutte quelle famiglie che hanno alloggi sfitti a metterli a disposizione delle persone meno fortunate di noi. È un nostro dovere di cristiani aiutare chi è in difficoltà».
«Non abbiamo spazi pubblici disponibile e non ci sono strutture ricettive non in uso». È unanime la posizione dei sindaci di Limena, Giuseppe Costa e di Mestrino Marco Valerio Pedron, pronti a mettere in atto tutte le azioni di controllo per il rispetto delle norme igieniche, nel caso in cui l'accoglienza arrivasse dai privati. «Non c'è un centimetro del nostro patrimonio pubblico disponibile - ha detto il sindaco di Selvazzano Enoch Soranzo - A luglio si era aperto un tavolo fra sindaci per trovare azioni che andassero a tutela dei territori e dei cittadini, ed ora ci troviamo ad essere coinvolti da un'ondata di arrivi imponente. Potenzialmente saranno molti, se non tutti, i territori coinvolti».
Hanno collaborato Camilla Bovo, Germana Cabrelle, Francesco Cavallaro, Michelangelo Cecchetto, Ferdinando Garavello, Lorena Levorato, Barbara Turetta

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