«Ora dobbiamo lavorare per ritornare in serie B»

Lunedì 20 Aprile 2015
(p.sp.) Ha seguito come al solito la partita in disparte in un angolo della tribuna, tra l'altro in mezzo ai tifosi del Legnago. «Ma non ho litigato con nessuno», puntualizza. E quando il presidente Giuseppe Bergamin arriva in zona spogliatoio sfoggia in testa un cappello. «È una cosa che mi avevano promesso gli ultras all'inizio e adesso me l'hanno data». Intorno a lui i giocatori sono scatenati nei festeggiamenti, Bergamin mantiene un profilo composto. Forse non se ne rende ancora conto. «Sono contento. È una bella giornata, coronata con questo risultato che ci aspettavamo. È un'emozione difficile da descrivere, però sono contento soprattutto per chi c'era e per chi ci aspetterà», ossia i tifosi. «È una grande soddisfazione, abbiamo superato un ostacolo che poteva sembrare semplice a priori e invece si è dimostrato complicato. L'abbiamo fatto con tenacia e volontà di arrivare. Quando credi fino in fondo a qualcosa, la raggiungi».
A chi dedica questa promozione? «Alla città e alla sua gente, e mi auguro che in futuro possa essere ancora più vicina a questa società che farà ancora di più». E adesso? «Assorbiamo un po' questa iniezione di adrenalina e a mente più tranquilla vediamo di fare un discorso razionale». Dopo l'intervista anche il presidente è bagnato dai giocatori.
È già completamente inzuppato invece l'amministratore delegato Roberto Bonetto: quanto è contento? «È una soddisfazione enorme. Quando siamo partiti a luglio era impossibile pensare di fare questa impresa e invece ce l'abbiamo fatta con umiltà, con forza di volontà, con un grosso gruppo di uomini e con un grande allenatore e un grande direttore».
Questa vittoria a Legnago è il coronamento di una stagione perfetta. «Abbiamo riportato il Calcio Padova, perché così ci chiameremo nel prossimo campionato, nei professionisti e poi un po' alla volta vedremo dove riusciremo ad andare». Lega Pro come primo passo per tanti altri successi? «Abbiamo fatto questo passo importante, siamo tornati nel calcio che conta un pochettino. Adesso cercheremo di andare nel calcio che conta: dobbiamo lavorare per ritornare nel giusto lasso di tempo in serie B, nella categoria in cui si trovava il Padova».
Prendiamo al volo il diesse Fabrizio De Poli quando è ancora in mezzo al campo durante i festeggiamenti, e indossa la maglia celebrativa della promozione. «Siamo in Lega Pro, abbiamo fatto ciò che dovevamo fare. Siamo stati bravi e fortunati, ha vinto la squadra e la società più forte. Quando vinci è sempre importante, mi mancava farlo in serie D». A Padova ha un gusto speciale. «Sì, è tutto più bello. Ho tanti amici, sono di Padova e lo è anche la mia famiglia. È stato davvero un campionato importante ed è stato soffertissimo proprio perché tutti si aspettavano una risposta importante da noi e non è facile farlo in una grande piazza come Padova».
La svolta della stagione? «La gara con l'Union Pro è stata una tappa importante dopo la quale ci siamo riconciliati e abbiamo capito che certi errori non potevamo più permetterceli. Ci ha dato una grande mano anche l'Altovicentino che ha mollato, anche se la squadra più forte siamo noi». Una dedica? «A mia moglie e ai miei figli».

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